Italia, protesta per la didattica a distanza

Le soluzioni scelte dalle autorità italiane per garantire il proseguimento delle attività didattiche durante i periodi di blocco, non piacciono a molti studenti. A Roma in tanti hanno aderito a una singolare protesta, quella di studiare a distanza, ma sedendosi per strada, davanti alla prorpia scuola.
"Il motivo per il quale non siamo nelle classi ma stiamo qua fuori per terra è legato alla mancanza di spazi. Le aule sono troppo piccole e non c'è modo di tronare a scuola in sicurezza. Questo è un problema enorme perché evitare di investire sulle scuole, non farne una priorità, significa non avere una visione a lungo termine e non capire cosa sia il futuro, perché noi rappresentiamo il futuro di questo paese", dice una studentessa.
La protesta contro la didattica a distanza si aggiunge agli altri temi al cemtro delle mobilitazioni,a cominciare dalle questioni ambientali e climatiche.
"Come nei venerdì del Movimento per il futuro, vogliamo far qualcosa per costruirci un avvenire migliore e siamo convinti che questo renda necessario un nuovo modello scolastico".
Altri sono preoccupati per il carico di lezioni andate perse, a causa della didattica a distanza: "Mi sento come se avessimo così tante lacune nel nostro apprendimento e non credo sia giusto. È uno svantaggio non solo per gli studenti ma anche per gli insegnanti".
Stessa situazione attorno ad un'altra scuola romana, a poca distanza. "Siamo consapevoli che non possiamo avere lezioni di persona, ma sappiamo che il governo non ha investito abbastanza per far svolgere la didattica a distanza nel modo giusto. L'istruzione deve essere akl centro dell'agenda politica, ci sono i soldi del Recovery fund, e devono spenderli per questo".
A differenza di altri paesi europei che hanno già escluso la chiusura delle scuole, in Italia non è ancora chiaro come il piano predisposto dalle autorità intenda affrontare la questione.