Nuovo cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh, Intanto Baku conquista Shushi

Nuovo cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh, Intanto Baku conquista Shushi
Diritti d'autore Ivan Sekretarev/AP
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Di Debora Gandini
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Nuovo cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh. La notizia arriva dopo che l'esercito di Baku avrebbe conquistato Shushi. Presa la città simbolo. Migliaia i civili in fuga- L'esercito azero ha preso il controllo della seconda città più grande dell'enclave

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Nuovo cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh. Questo è quanto riferiscono fonti locali. La notizia arriva dopo che la bandiera dell'Azerbaigian si è vista sventolare su un edificio della città di Shushi nel Nagorno-Karabakh. Le immagini sono state prese da un video diffuso sul sito ufficiale del Ministero della Difesa azero dopo che l'esercito ha preso il controllo della città. 

Shushi è un centro di grande importanza strategica e militare perché sorge su un'altura che domina la principale città della regione, Stepanakert, ed è sulla strada che collega il Nagorno-Karabakh al territorio dell'Armenia, che appoggia i separatisti. Sono migliaia le persone in fuga dalla capitale Stepanakert. Per queste famiglie si prospetta un futuro incerto, fatto di povertà e miseria.

"Abbiamo lasciato tutto, compresa la nostra casa e i nostri figli. Stiamo scappando, ma non sappiamo dove andare", racconta una donna. "Non immaginate cosa significhi per una donna non avere più un tetto dove dormire, non avere più nulla."

Azeri e armeni si contendono da decenni l'area del Nagorno-Karabakh. La tensione tra i due Paesi si è riaccesa prima nello scorso luglio e successivamente a fine settembre, alimentando quella che si sta trasformando nella peggior crisi armeno-azera degli ultimi anni. Secondo il presidente russo Vladimir Putin quasi 5.000 persone sarebbero morte in poco più di tre settimane attorno alla zona contesa.

Oltre alla guerra psicologica, c'è quella che si combatte sul terreno, e che sta generando enormi problemi ai civili. Secondo molti osservatori una catastrofe umanitaria è alle porte, legata al pericolo di un esodo massiccio di civili dalle zone dei combattimenti. 

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