Primo passo verso la fine del conflitto, che ha causato la peggior crisi umanitaria al mondo?
Un aereo della Ethiopian Airlines che atterra all'aeroporto di Sanaa, in Yemen e dal quale scendono i primi prigionieri Houti. Immagini attese dalla comunità internazionale, risultato dell'accordo raggiunto a settembre a Ginevra, tra i ribelli filo iraniani e le forze della Coalizione a guida saudita, con la mediazione delle Nazioni Unite. Uno scambio di oltre 1.000 prigionieri tra le due fazioni, che sa di vittoria.
Già nel 2018 in Svezia le due parti avevano concordato, nell'ambito dell'accordo di pace, lo scambio di circa 15.000 detenuti. Ma questi scambi erano stati sporadici. Almeno finora.
Un passo in più verso la pace, come sottolineava la scorsa settimana in Svizzera l’inviato speciale dell'Onu, Martin Griffiths: "Vogliamo arrivare a un cessate il fuoco nazionale, che possa portare poi alla fine della guerra nello Yemen", aveva detto.
Forze governative e insorti Houti combattono ormai da quasi sei anni in Yemen, in una guerra civile che ha provocato la peggiore crisi umanitaria al mondo. Sono oltre 250.000 i morti - di cui più della metà a causa di fame e malattie acuite dal conflitto -. Circa due terzi della popolazione yemenita, oltre 20 milioni di persone, sono ridotte alla fame.