"Il Danubio è un fiume forte e potente, ha sopportato tanto inquinamento, ma adesso non ce la fa più": lo dicono i pescatori serbi, che vedono il loro grande fiume usato come "scarico", anche dalla città di Belgrado. Eppure il governo, per entrare nell'UE nel 2025, ha grandi progetti di pulizia...
"Uccideremo anche il Danubio"
"Abbiamo ucciso tutti i nostri fiumi, uccideremo anche questo. Il Danubio è un fiume molto forte e potente e ha già sopportato tanto inquinamento, ma non ce la fa più. Prima aveva una sua costa vera e propria, ora non è rimasto più nulla. Nel mezzo il Danubio adesso è profondo 3 metri, una volta erano 20 metri".
Lo dice Mladen Jovic, pescatore serbo di lungo corso.
Eppure la Serbia ci sta provando. Almeno a parole
Viste le sue ambizioni di entrare nell'UE, la Serbia deve assolutamente raggiungere gli obiettivi di riduzione dell'inquinamento, previsti dalle autorità europee.
Ma Belgrado è ancora l'unica capitale del Vecchio Continente a scaricare le sue acque reflue direttamente nel Danubio, il fiume più lungo dell'Unione Europea (il Danubio è già nell'UE, grazie al passaggio in Austria e Ungheria...)
Secondo i pescatori della zona, ciò sta continuando a distruggere l'ecosistema del fiume.
Oltre, naturalmente, alla loro attività di pesca.
Il governo serbo di Aleksandar Vučić si è impegnato a costruire nuovi impianti di trattamento delle acque di scarico, ma non è certo (anzi: è quasi impossibile) che saranno operativi in tempo il 2025, anno in cui la Serbia spera di entrare nell'Unione Europea.
Del bel Danubio blu, qui, non c'è traccia.
Il colorè è assai diverso.
Un passo in avanti e uno indietro: tutto pronto nel 2036?
In realtà la Serbia vuol dimostrare all'Europa almeno l'impegno nel ridurre l'inquinamento nel Danubio (e non solo).
Il governo ha già proposto - per completare l'opera - un periodo di transizione di 11 anni dopo l'ingresso nel blocco europeo. Quindi nel 2036?
Alla fine di luglio, il presidente serbo Vučić ha annunciato che 70 comuni di tutto il paese otterranno "impianti di depurazione dell'acqua e sistemi fognari".
Ma non ci sono state notizie da allora, con il Ministero della Protezione dell'Ambiente che si è rifiutato di commentare la questione o di chiarire chi finanzierebbe un tale progetto.
Le scadenze "ballerine" di Belgrado
Non è stato il primo annuncio del genere. Il vice-sindaco di Belgrado ha promesso cinque anni fa che un sistema fognario per la capitale sarebbe stato completato entro il 2020: una scadenza che da allora è stata prorogata due volte, al 2025 e recentemente al 2029.
A gennaio, le autorità di Belgrado hanno firmato un accordo con la China Machinery Engineering Corporation (CMEC) per avviare i lavori di un impianto di trattamento delle acque di scarico per la città, ma la costruzione non è ancora iniziata poiché la Serbia non ha ancora stanziato fondi nel budget.