Secondo l'organizzazione ambientalista non è stata prevista la gestione delle scorie radioattive della nuova centrale nucleare a Paks, finanziata con aiuti russi
Rifiuti nucleari simboleggiati da un gigantesco gonfiabile galleggiante sul Danunbio. Lo ha traghettato a Budapest Greenpeace, facendo sfilare davant ai palazzi del potere la protesta contro il progetto Paks II. Grazie ad un maxi-prestito della Russia, l'Ungheria infatti modernizzerà la centrale a 100 chilometri a sud della capitale.
"La nostra organizzazione considera il Governo altamente irresponsabile, dato che non ci sono soluzioni sostenibili per la gestione delle scorie radioattive. E ancora più preoccupante è il fatto che le autorità competenti se ne stiano in silenzio", dichiara l'attivista András Pergel,
Il progetto da 12miliardi e mezzo di euro, di cui 10 miliardi arriveranno dalla Russia, ha avuto il via libera della Commissione europea, nonostante la sua politica a favore dello sviluppo delle rinnovabili.
Decisione non digerita dalla confinante Austria, che ha deciso di rivolgersi alla Corte di giustizia dell'Unione europea. Vienna teme le conseguenze ambientali, politiche ed economiche della costruzione di un impianto nucleare con aiuti statali.
I lavori dovrebbero cominciare quest'anno e l'impianto entrare in funzione nel 2024-2025.