Un altro incendio sull'isola di Lesbo: il centro migranti di Moria è completamente distrutto

Migranti senza pace.
Tutto distrutto
Un altro incendio, il terzo in tre giorni, è scoppiato giovedì pomeriggio nel centro di accoglienza e di identificazione di Moria, sull'isola greca di Lesbo.
Di fatto, il centro non esiste più. Tutto distrutto.
"Abbiamo bisogno di voi"
L'incendio è scoppiato contemporaneamente in tre diverse aree del centro, che non erano ancora state distrutte negli incendi di martedì sera e mercoledì, creando il panico tra i migranti e i rifugiati rimasti nel campo.
Una ragazza afghana lancia un appello.
"Siamo in una situazione difficile, in una situazione molto difficile. Abbiamo bisogno del vostro aiuto. Non abbiamo niente da mangiare. Non abbiamo un posto dove stare, abbiamo bisogno del vostro aiuto, per favore".
"Quelli che hanno appiccato gli incendi..."
Stelios Petsas, portavoce del governo greco, usa parole dure nei confronti dei migranti.
"Loro (i migranti) hanno fatto questo perché pensavano di dare fuoco a Moria e di lasceranno indiscriminatamente l'isola. Noi diciamo loro che non sarà cosi. Non se ne andranno a causa dell'incendio, tranne che per i minori non accompagnati che sono già stati trasferiti. Perciò, quelli che hanno appiccato gli incendi, possono dimenticare tutto quello che avevano in mente".
Minori già trasferiti
I minori non accompagnati sono già stati trasferiti con voli speciali dall'isola di Lesbo a Salonicco.
Il centro di Moria, il più grande d'Europa, ha ospitato fino a 13.000 migranti.
I residenti dell'isola hanno bloccato la strada per Moria e hanno protestato in questi giorni, chiedendo lo sgombero del centro.
Ora non ce n'è più bisogno,
"...e portano le poche cose con loro, chissà dove"
Apostolos Staikos, giornalista della redazione greca di Euronews, si trova a Lesbo.
"Il campo di Moria è stato distrutto e ora fa gia parte del passato. Centinaia di rifugiati e migranti cercano rifugio nei campi vicini, nei giardini, nei magazzini e persino sulla strada. Alcuni di loro spostano le loro poche cose, quelle salvate dagli incendi, e le portano con loro, chissà dove...".