Papa Francesco: la solidarietà globale e quella necessaria per il Libano

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Di Paolo Alberto Valenti
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Dalla solidarietà per la pandemia alla solidarietà verso chi affronta guai ancora peggiori come il popolo libanese. Papa Francesco manda il Segretario di Stato Parolin in visita a Beirut per esprimere la solidarietà della Chiesa

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Nella prima udienza in presenza dopo il lock down Papa Francesco, nel Cortile di San Damaso, parla del valore della solidarietà e invita il 4 settembre ad una giornata mondiale di preghiera per il Libano così duramente ferito dall'esplosione.

Il caro Libano

“Ad un mese dalla tragedia – ha detto il Papa - il mio pensiero va al caro Libano e a questa popolazione duramente provata. Il Libano  non può essere abbandonato alla sua solitudine” e questo perché secondo il Papa il Libano è un Paese di speranza, un luogo di tolleranza, di rispetto, di convivenza unica nella regione. Come aveva detto anche San Giovanni Paolo II il Libano rappresenta qualcosa di più di uno Stato: è un messaggio di libertà, un esempio di pluralismo tanto per l’Oriente quanto per l’Occidente. "Non possiamo permettere che questo patrimonio vada disperso”.

La solidarietà come unica strada da percorrere

Nelle sue precedenti parole Francesco aveva parlato della solidarietà come la strada da percorrere dopo la crisi della pandemia: Da tutte le crisi si esce migliori o peggiori e “per uscire migliori da questa crisi, dobbiamo farlo insieme, tutti quanti, nella solidarietà”. “La solidarietà e la virtù della fede” è stato il tema dell'udienza generale del 2 settembre. Obiettivo per Francesco è sempre quello di : “Guarire il mondo”.

Udienza in piazza e non più attraverso lo schermo del computer

Una udienza tornata a essere “in presenza” – dopo quasi sei mesi nei quali si sono svolte nella Biblioteca - con circa 500 persone raccolte – distanziate e con le mascherine - nel Cortile di San Damaso quello “d’onore”. L’ha detto anche Francesco che all'inizio dell’udienza: “Dopo tanti mesi riprendiamo i nostri incontri faccia a faccia e non ‘schermo a schermo’, e questo è bello”.

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