Israele: ancora niente aiuti, gli imprenditori protestano contro Netanyahu

Piazza Rabin, a Tel Aviv, è stracolma.
30.000 persone secondo le autorità, addirittura 80.000 secondo gli organizzatori della protesta: tutti contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, considerato il colpevole dei mancati indennizzi per superare la crisi del Covid-19, indennizzi promessi e non ancora erogati.
Presentato come apolitica, la manifestazione "per il lavoro" diventa, di fatto, un atto d'accusa al governo-Netanyahu.
"Senza aiuti di stato, siamo finiti"
È il grido d'allarme degli imprenditori, ma anche dei lavoratori autonomi di Israele.
Lo lanciano all'indirizzo di un governo finora sordo alle loro richieste, con un'imponente manifestazione che si è svolta sabato sera.
Fra i loro slogan: "Corrotti, siamo stufi di voi!".
Alla manifestazione degli imprenditori indipendenti hanno aderito organizzazioni sindacali di ristoratori, dello spettacolo, dello sport, del settore turistico ed altre ancora.
Il crollo delle loro attività, hanno avvertito, ha molto alzato il tasso di disoccupazione.
Le "Bandiere Nere" chiedono le dimissioni di Netanyahu
In oltre cento incroci stradali di Tel Aviv, picchetti di protesta organizzati dal movimento delle ''Bandiere Nere'' hanno chiesto le dimissioni di Netanyahu, in quanto incriminato in alcuni procedimenti per corruzione, frode ed abuso di potere.
Oltre a Tel Aviv, manifestazioni parallele si sono svolte in tutte le principali città israeliane.
Le colpe del governo: altre proteste in arrivo
I manifestanti hanno messo in guardia il governo Netanyahu: se gli aiuti economici invocati non arriveranno in tempi brevi, sono già in vista nuove manifestazioni popolari.
"Siamo con le spalle al muro. Se necessario scenderemo in piazza d'ora in poi tutte le settimane", ha avvertito uno dei leader della protesta.
Con l'aggravarsi della crisi economica nelle ultime settimane, molti israeliani pensano che il governo non abbia fatto abbastanza per compensare centinaia di migliaia di lavoratori che hanno perso il lavoro a causa delle restrizioni e del lockdown.
In primavera, Israele ha imposto severe restrizioni, che hanno tenuto a freno il virus, ma che hanno ridotto a pezzi l'economia, facendo salire alle stelle i tassi di disoccupazione del paese.
Molti israeliani non sono ancora tornati al lavoro e un nuovo recente aumento dei casi di Covid-19 ha innescato un secondo giro di limitazioni alle libertà personali, spingendo sul baratro un numero ancora maggiore di persone, ormai senza lavoro nè attività.
Una "rete di sicurezza" voluta da Netanyahu
Il governo ha annunciato, tuttavia, una serie di pacchetti di compensazione del valore di svariati miliardi di dollari, ma i sussidi promessi non sono ancora arrivati nelle tasche dei cittadini.
Giovedì scorso, Netanyahu ha annunciato una "rete di sicurezza" economica che prometta un rapido sollievo ai lavoratori autonomi e "bonus", nel corso del 2020 e del 2021, per i lavoratori in difficoltà e per i proprietari di aziende in crisi.
L'approvazione alla Knesset, il Parlamento israeliano, di queste misure potrebbe arrivare in tempi rapidi.