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Il Covid è alle spalle (quasi), restano i cocci di una stagione turistica che non decolla

Il Covid è alle spalle (quasi), restano i cocci di una stagione turistica che non decolla
Diritti d'autore  Harry Nakos/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
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Di euronews
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Le Nazione unite calcolano danni al turismo per trilioni di euro. Bergamo chiede che venga tolta dalla città l'etichetta covid. Resta la paura e i focolai che fanno chiudere molte città. E' la volta di Buenos Aires

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La stagione delle vacanze è entrata nel vivo ma stando a un report delle Nazioni unite sarà un anno molto particolare, l'industria del turismo subirà perdite di circa circa 3,3 trilioni di dollari, pari al 4,2 %  Pil mondiale.  

E per l'Italia il turismo rappresenta l'1,3% del Pil, le perdite stimate dalla Cna sono ingenti con un giro d'affari di 16 miliardi per il primo semestre 2020, un tracollo  rispetto ai 57 dello stesso periodo dell'anno scorso. 

Con un occhio all'epidemia e agli affari, la Svizzera cerca di salvare il salvabile, imponendo 10 giorni di quarantena per chi arriva dai paesi maggiormente esposti e questo dopo aver riaperto le frontiere lo scorso 15 giugno. 

Riaperte da poche ore anche le frontiere esterne dell'Unione, anche se non per tutti, come americani e brasiliani.  In Brasile il covid continua a fare vittime, sono oltre 60 mila da metà marzo.  Mentre in Argentina è ripreso il lockdown a Buenos Aires.

 Gabriel Kaplan ha una libreria, per lui la lotta al covid si traduce nel confinamento obbligatoriamente: "Visto il numero di casi mi sembra sia la sola cosa da fare limitare il movimento della gente. E' importante però continuare a lavorare". Sono circa 2 milioni le persone che hanno una giustificazione per andare a lavorare nella capitale argentina. Il confinamento è stato accolto favorevolmente nel corso della prima ondata, adesso preoccupa.

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