Covid-19: convivere con il virus a inizio estate, quartieri chiusi da Lisbona a Roma

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Le misure di sicurezza non devono essere dimenticate, mascherine e distanza di sicurezza sono gli alleati di questa estate. Anche se non ci piacciono, il virus resta fra noi e gli esperti non smettono di ricordarcelo

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La prima ondata di covid-19 non è ancor archiviata che già dobbiamo fare i conti con la seconda, almeno in Europa.

I nuovi focolai dell'infezione in molti Paesi invitano a agire in fretta e in modo chirurgico. In Portogallo i residenti di 19 quartieri nella periferia nord di Lisbona saranno confinati nuovamente nelle loro case dal 1 luglio, per almeno due settimane. 

Lo ha annunciato, nei giorni scorsi, il premier Antonio Costa. La misura rimarrà in vigore per almeno due settimane. Questi cittadini potranno lasciare le loro case solo per andare al lavoro, fare la spesa o comprare medicine. Le riunioni saranno limitate a cinque persone, rispetto alle 10 nella regione della capitale e 20 nel resto del Portogallo.

La stessa strategia, chiusura di singoli quartieri o addirittura vie, è usata in Italia dove l'ultimo focolaio quello di Mondragone ha visto erigere la zona rossa intorno a un quartiere ben delimitato e dispiegare subito il dispositivo dei test a tappeto. Stessa procedura nello stabile del quartiere della Garbatella a Roma.

Il virus è ancora tra noi e l'epidemia non è stata debellata e se si comporta come previsto per qualsiasi altro virus influenzale in autunno potremmo trovarci di fronte a una nuova ondata, ci ricorda il virologo Vincent Marechal del Centre de Recherche Saint Antoine (Inserm).

"Siamo in una fase regressiva in Europa? Non è esatto, ci troviamo di fronte a una dinamica da mosaico, con un mosaico regionale e nazionale. Non sappiamo esattamente ee controlliamo il coronavirus a livello europeo oggi.  Quando si parla di seconda ondata, si fa l'ipotesi che il virus, lo stesso virus,si ripresenti stagionalmente, avendo come termine di paragone il virus dell'influenza".

E in Spagna, dove lo stato d'emergenza è finito il 21 giugno le misure di sicurezza sono sempre in vigore.

A Fraga, in Aragona, una cinquantina di lavoratori stagionali addetti alla raccolta della frutta prima di rientrare centro messo a loro disposizione devono controllare la temperatura.

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