La difficile decontaminazione della zona siberiana di Norilsk

La difficile decontaminazione della zona siberiana di Norilsk
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Di Paolo Alberto Valenti

Dopo lo sversamento di 20 mila tonnellate di olio combustibile, destinate ad alimentare la centrale termica di Norilsk in Siberia, non cessano gli sforzi delle squadre russe per il contenimento del disastro ambientale che includendo il fiume Ambarnaya rischia di avvelenare migliaia di ettari

Procede relativamente a rilento la decontaminazione da gasolio nell'area siberiana di Norilsk dove qualche giorno fa erano fuoriscite da un deposito 20 mila tonnellate di gasolio. Sono state trattati 850 metri cubi d'acqua delle zone acquitrinose e 11 mila tonnelate di terra impregnata del carburante.  "Fra le difficoltà c'è il vento del nord che pone in costante movimento lo sversamento. Ripuliamo ogni giorno in un posto diverso. Dobbiamo muoverci costantemente cosa che implica il trasferimento delle attrezzature per la decontaminazione"; ha spiegato in una conferenza stampa il  viceministro russo alle emergenze  Aleksey Chuprian.

La complessità della decontaminazione in una zona "tossica"

La zona del disastro ambientale è a circa 3000 km a nord est di Mosca dove si trova anche la centrale termica e i suoi depositi. L'impianto incriminato è famoso per aver contribuito a rendere l'area di Norilsk Nickel una delle più fortemente inquinate della Terra. Per ripulire lo strato superiore del terreno si adopera materiale assorbente ma bisogna anche scavare con le ruspe per creare delle sacche di contenimento. Le operazioni già tardive puntano a ridurre l'avvelenamento del corso del fiume Ambarnaya che con le sue acque rischia di contaminare un'aera molto estesa di Siberia e con un ecosistema particolarmente fragile. L'inchiesta in corso ha fatto arrestare per ora solo un addetto all'impianto. Il principale organo investigativo penale russo, il comitato investigativo, ha avviato un'indagine sulle circostanze della fuoriuscita. L'incidente ambientale ha particolarmente contrariato il presidente Vladimir Putin che aveva deplorato soprattutto il tardivo allarme dato dalle autorità locali.

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