La tempesta d'indignazione popolare per l'uccisione da parte della polizia statunitense dell'afroamericano Floyd si materializza già da giorni in tanti eventi di strada. Le veglie delle ultime notti si sono tenute al di là e al di qua dell'Atlantico
Parla il silenzio per George Floyd, l'afroamericano brutalmente portato alla morte dalla polizia statunitense del Minnesota. Un silenzio che parla ormai in tutto il mondo, non solo con la veglia dei manifestanti a New York, davanti alla residenza del sindaco de Blasio. Un silenzio che parla la lingua di ognuno e soprattutto di chi si batte per i diritti fondamentali e le libertà e che condanna senza appello il razzismo.
Città del Messico
Un silenzio che parla anche a Città del Messico dove risuonano le parole di Luis Ceron, giovane messicano che prima della pandemia integrava una band negli Stati Uniti: "Le vite dei neri contano" è l'hashtag che rimbalza ovunque. Parole che non ammettono repliche e che peseranno come un macigno sulle scelte politiche dei prossimi mesi e non solo negli USA.
Barcellona
Oltre mille persone anche a Barcellona dove la folla ha riascoltato la registrazione del mitico discorso di Martin Luther King quando, nell'America in preda alla segregazione, osava dire: "I have a dream" (io ho un sogno). L' omaggio a Floyd va ormai molto di là della semplice notizia di cronaca criminale in ricordo di quanti da tempo sono vittime di coloro che vestono una divisa e agiscono da criminali pensando di poter giocare con la vita dei presunti malviventi. Le note di "This is not America" risuonano ancor oggi più forti che mai.