La proposta alla UE per ridurre l'inquinamento e guadagnare 200 miliardi di euro all'anno

Emissioni dalla centrale a lignite di Schwarze Pumpe in Lusazia, (Lausitz) in Germania.
Emissioni dalla centrale a lignite di Schwarze Pumpe in Lusazia, (Lausitz) in Germania. Diritti d'autore Markus Schreiber/Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Lillo Montalto Monella
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E se l'Europa, in piena crisi economica da coronavirus, potesse disporre di 200 miliardi di euro in più, ogni anno, per aiutare i suoi cittadini più poveri, abbattendo allo stesso tempo le emissioni di gas serra? C'è una petizione che ha questo obiettivo.

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E se l'Europa, in piena crisi economica da coronavirus, potesse disporre di 200 miliardi di euro in più, ogni anno, per aiutare i suoi cittadini più poveri, abbattendo allo stesso tempo le emissioni di gas serra?

Più risorse a bilancio grazie alla riduzione dell'inquinamento: è questo il cuore della proposta della campagna StopGlobalWarming.eu, una raccolta firme per chiedere alla Commissione Europea di tassare di più le emissioni di CO2 e utilizzare le nuove risorse a disposizione per ridurre il carico fiscale sul lavoro.

L'Europa ha già un sistema per regolare le emissioni chiamato ETS. Tuttavia, secondo gli attivisti guidati da Marco Cappato, ex europarlamentare e fondatore di Eumans, è insufficiente: le aziende non contribuiscono abbastanza rispetto a quanto inquinano; alcuni settori non sono coperti oppure ricevono delle quote di emissioni gratuitamente.

Come funziona il sistema attuale e perché ne si chiede la riforma

Con l'ETS, le imprese di alcuni settori (es. le acciaierie) hanno a disposizione delle quote di emissioni inquinanti a cui possono attingere ogni anno. Per emettere 100, devono avere 100 quote. Se emettono 90 invece che 100, possono vendere all'asta le 10 quote avanzate ad altre aziende.

"Il problema dell'ETS è che copre e continuerà a coprire solo il 45% delle industrie. Con la nostra iniziativa proponiamo di estenderlo al restante 55%. Non solo: al momento il prezzo fissato per una tonnellata di CO2 è troppo basso, intorno ai 20€. Così non potremo raggiungere la neutralità climatica. Proponiamo di portarlo prima a 50€ e poi a 100€ in cinque anni", dice a Euronews Carlo Maresca, coordinatore StopGlobalWarming.Eu e studente di economia.

Interi settori inquinanti come trasporti, logistica e costruzioni - ma anche chimico e cemento - non sono al momento inclusi nel meccanismo ETS.

Sam Van den plas, Policy Director della Ong specializzata CarbonMarketWatch, indica che anche nei settori dove in teoria il meccanismo ETS si applica, come per esempio quello dell'aviazione, l'85% delle emissioni "viene regalato", e le compagnie "non pagano tasse sul cherosene degli aerei".

"Più del 40% del totale delle quote di emissioni", per un valore di 160 miliardi di euro nel periodo 2021-2030, "è assegnato gratuitamente ai settori industriali", stima Van den plas.

Sia la Ong che gli attivisti della campagna di raccolta firme chiedono la fine di questo sistema di distribuzione gratuita delle quote.

Limitandosi al solo settore dell'aviazione, "l'impatto, in termini di aumento dei prezzi per chi viaggia in aereo, sarebbe modesto: si parla di 5-10€ sul costo di un biglietto di un viaggio intercontinentale", indica Van den plas.

Eppure i vantaggi per l'ambiente sarebbero grandi. Soprattutto, aggiunge Van den plas, se combinati con un maggiore utilizzo di carburanti alternativi o un irrobustimento del trasporto ferroviario per le piccole e medie distanze.

La proposta di riforma e il beneficio economico stimato

Secondo i promotori della campagna StopGlobalWarming.eu, ma anche secondo premi Nobel come Joseph Stiglitz, non c'è dubbio che sia necessario tassare di più le emissioni di CO2, ma soprattutto far pagare tutti i settori.

Il calcolo è semplice e si basa sui dati 2017: se la policy sostenuta da StopGlobalWarming.eu fosse già stata introdotta, le emissioni di CO2 nei settori non inclusi nel sistema dell’ETS avrebbero fruttato alle casse europee circa 112 miliardi di euro. A questi si aggiungerebbero le emissioni sotto ETS, ma con un prezzo di almeno 50€ per tonnellata (più del doppio rispetto a quello attuale). E qui le entrate derivanti dalla vendita all’asta potrebbero raggiungere 85,9 miliardi. Il totale sfiora i 200 miliardi di euro.

Un tesoretto che l'Unione Europea potrebbe usare per ridurre le tasse sui redditi e sul lavoro e favorire la transizione ecologica. "Le aziende saranno meno incentivate ad inquinare se continuare a farlo costerà di più rispetto a cambiare tecnologia. L'unico modo per attuare la transizione ecologica è imporre a livello sistemico la convenienza economica", dice Carlo Maresca.

"Tutti dicono che questo sia il sistema migliore, ma nessuno ha volontà politica di trasformarlo in legge. Ecco che allora intervengono cittadini e danno loro una proposta politica concreta ai governanti. Stiamo facendo un favore alla Commissione von der Leyen offrendo loro la migliore delle ipotesi", conclude Maresca.

La raccolta firme, promossa da Eumans e Science for Democracy, ha toccato quota 28mila adesioni e si appoggia allo strumento ufficiale dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ECI). L'obiettivo è quello di raccoglierne un milione: a quel punto, la Commissione sarà tenuta a considerare seriamente se e quali azioni intraprendere e a motivare la sua decisione di agire o meno in tal senso.

Marco Cappato teme che “con il prezzo del petrolio ai minimi e le pressioni per rimuovere i vincoli ambientali in nome dell'uscita dalla crisi, si rischi di tornare indietro a modelli di sviluppo disastrosi per l'ambiente. L'Unione europea e gli Stati nazionali stanno per spendere migliaia di miliardi di soldi pubblici per uscire dalla crisi. Bisogna cogliere l'occasione per promuovere un modello di sviluppo sostenibile", afferma.

Cosa dice la Commissione Europea

Nell'ambito del Green Deal, la Commissione europea sta rivedendo il proprio sistema di tassazione per allinearsi con gli obiettivi di neutralità climatica dell'Accordo di Parigi.

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I cambiamenti investiranno anche l'attuale sistema ETS e saranno proposti entro il giugno 2021. Un funzionario della Commissione, contattato da Euronews, indica che sarà valutata la possibilità di aggiungere nuovi settori come trasporti (inclusi quelli marittimi) e costruzioni. Inoltre, per i settori che ricevono quote gratuite, "a partire dal 2021 si applicheranno parametri di riferimento riveduti [...] con una riduzione compresa tra il 3% e il 24%, che rispecchierà il miglioramento dell'efficienza delle emissioni degli impianti di ciascun settore, riducendo il livello di assegnazione gratuita".

"L'ETS è un sistema basato sul mercato, in cui il prezzo del carbonio non è fissato dal regolatore", conclude la Commissione. "Le ambizioni ambientali dell'ETS sono garantite dal tetto alle emissioni, e non dal livello del prezzo del carbonio. Ricordiamo anche che le riduzioni annuali delle emissioni nell'ambito dell'ETS, per il 2019, sono al loro livello più alto da oltre un decennio".

L'obiettivo UE è quello di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 con obiettivi più ambiziosi di quelli attuali entro il 2030. La Polonia, economia ancora molto legata al carbone, è finora l'unico Paese a non aver sottoscritto l'impegno.

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