Il rebus dei migranti irregolari al tempo del Covid-19: braccianti e colf nel limbo

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Di Gioia Salvatori
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Il Covid-19 acuisce problemi già esistenti come le divisioni nel governo in materia di immigrazione, si profila un accordo per la regolarizzazione dei braccianti agricoli stranieri irregolari con un permesso di sei mesi. Badanti e colf ancora nel limbo

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Se l’Austria ha chiesto un corridoio speciale per le badanti rumene, in Italia si discute di regolarizzare i braccianti agricoli stranieri per evitare lo stop totale o quasi dell’attività di raccolta nel periodo estivo. Il governo, in ambasce, cerca una mediazione sul come: i 5 stelle infatti sono contrari a qualunque sanatoria e nei giorni scorsi hanno proposto un permesso di soggiorno della durata di appena un mese. Ipotesi poco praticabile e bocciata da Italia Viva e PD, alla fine il punto di caduta potrebbe essere un permesso di soggiorno di tre mesi da lanciare col 'decreto Maggio'.

Intanto alcuni docenti universitari hanno scritto una lettera aperta a La Stampa chiedendo di regolarizzare tutti gli irregolari con un impiego e non solo i braccianti. Tre le motivazioni principali: la sicurezza, cioè evitare che vivendo da fantasmi senza documenti diventino manovalanza per la criminalità organizzata; conferirgli i documenti necessari per accedere all’assistenza sanitaria, tanto più importante in tempi di coronavirus; permettergli di sostenere le famiglie con i servizi alla persona in un momento di crisi economica e sociale. 

Difficile contare gli irregolari, forse 600mila

Secondo una stima dell’ISPI gli irregolari in Italia sono 600mila numero che sarebbe aumentato dopo la stretta voluta da Matteo Salvini quand’era ministro dell’Interno, sulla concessione della protezione umanitaria. I dinieghi sono aumentati dal 55 % del 2018 all’80 % del settembre 2019, se questo dato si incrocia con il calo dei rimpatri, si arriva a una cifra di circa 27mila irregolari in più rispetto a quello che sarebbe stato con le condizioni precedenti. 

Gli irregolari che in Italia lavorano sarebbero 200mila tra colf e badanti, 200 mila nel settore dell'agricoltura. A questi ultimi il Viminale darebbe la priorità ma non è esclusa la possibilità di allargare lo spettro dei permessi a colf e badanti. Resterebbero esclusi così circa altri 200mila lavoratori immigrati irregolari operanti negli altri settori: servizi, turismo, edilizia. 

La Confederazione italiana agricoltura e i sindacati spingono per una regolarizzazione rapide, l'ASGI ha inviato una richiesta al governo per la regolarizzazione ad ampio spettro sottoscritta da decine di associazioni.

I vantaggi dell'emersione dal lavoro nero, sia per gli italiani sia per gli stranieri, sono evidenti: l'operazione genera un gettito per la casse dell'Inps e rende visibili, anche per circoscrivere l'emergenza sanitaria, tanti immigrati che oggi sono dei fantasmi
Luciana Lamorgese
Ministra dell'interno

Oggi la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese in un'intervista al Messaggero ha detto che: "I vantaggi dell'emersione dal lavoro nero, sia per gli italiani sia per gli stranieri, sono evidenti: l'operazione genera un gettito per la casse dell'Inps e rende visibili, anche per circoscrivere l'emergenza sanitaria, tanti immigrati che oggi sono dei fantasmi impiegati nei campi come braccianti e nelle case come colf e badanti (...) Ho suggerito un'ipotesi intermedia tre mesi di durata per i permessi di soggiorno temporanei che mi sembra ragionevole: una proposta sulla quale, però, ancora non c' è una convergenza unanime".

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