Oltre il confinamento, l'arte proiettata da un balcone di Parigi

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Di Susan Dabbous
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Oltre il confinamento, l'arte proiettata da un balcone di Parigi. L'iniziativa di due artisti italiani, @romina_de_novellis e @bordin_m che lanciano #Chezmaddalena per fare cultura anche se tappati dentro casa.

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Ogni sera alle otto in punto, l'arte contemporanea va in scena: con film, interviste o documentari. Romina De Novellis e Mauro Bordin, due artisti italiani a Parigi da molti anni, sfidano il lockdown culturale puntando il loro proiettore sul palazzo di fronte. Il progetto si chiama #chezmaddalena e prende il nome dalla bella figlia della coppia di artisti.

“L'idea è nata prendendo ispirazione dagli applausi ai balconi per ringraziare chi combatte in prima linea il coronavirus – racconta Romina de Novellis, artista e performer -Mi è venuto spontaneo pensare che le persone dietro le finestre potessero creare dei legami in questo periodo di confinamento. Così ho deciso di aprire le mie di finestre per comunicare con le persone che abitano di fronte a noi e che prima neanche conoscevamo.”

Considerata la proverbiale tendenza a lamentarsi dei parigini, la reazione dei vicini è stata sorprendentemente positiva.

“Quando abbiamo iniziato non avevamo idea di come avrebbero reagito i vicini, soprattutto quelli del palazzo di fronte dove viene puntato il proiettore - racconta Mauro Bordin divertito -. La reazione è stata molto spontanea, hanno davvero apprezzato il fatto che stava succedendo qualcosa intorno a loro.”

Mauro Bordin in tempi normali lavora nel suo atelier dove negli ultimi anni ha preso a cuore la rappresentazione dei temi ambientali. Sulle sue tavole, cieli stellati, ma anche uomini protetti da maschere, prima del covid-19, per difendersi dall'inquinamento. Per Mauro, quella del coronavirus è una crisi nella crisi. “Perché a Parigi il clima era teso anche prima della pandemia – ricorda il pittore – tra scioperi e Gilet gialli, la situazione era tutt'altro che normale.”

L'arte non è un click

Romina e Mauro desiderano al più presto tornare al lavoro, ma questo significa avere musei e gallerie aperti e frequentati, non solo virtualmente, o attraverso dei link.

“Non possiamo ridurre l'arte ad un click . Credo che questo sia molto pericoloso sia per gli spettatori che per gli attori del mondo della cultura e dell'arte. – spiega la performer - Non possiamo limitarci a produrre dell'arte solo in modo virtuale.”

Per chi come Romina De Novellis si occupa di arte concettuale e performance simboliche, l'arte è una materia da vivere nel presente ed è una cosa assolutamente tangibile.

“Abbiamo ricevuto in questi giorni tutti questi link di visite museali virtuali, concerti virtuali, e sono iniziative lodevoli. Ma il rischio è quello di crearsi l'illusione di poter sostiture l'arte presente con quella passata. Nei link infatti quel vedete è qualcosa che è stato già fatto .”

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