Giocare per imparare, capire per rispettare: il gioco dell'oca contro la noia da Covid

Giocare per imparare, capire per rispettare: il gioco dell'oca contro la noia da Covid
Diritti d'autore Alessandra Tarantino/AP
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Di euronews
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Una docente e tre studentesse della Lumsa di Roma trasformano il classico gioco da tavola e ne fanno uno strumento educativo, per far capire ai bambini le regole dell'isolamento. E così anche il Covid in qualche modo diventa gioco

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Una famiglia in cortile che gioca al più classico dei giochi da tavolo, ma c'è qualcosa di diverso:

"Andare a fare la spesa per tutto il condominio: questa è una buona idea. Avanti due caselle"

Di diverso ovviamente c'è il confinamento, e le regole che anche dopo saranno difficilmente accettabili per i bambini. Sicché Paula Benevene, che insegna psicologia del lavoro e delle organizzazioni alla Lumsa di Roma, insieme a tre studentesse - Vittoria Bigliardo, Paola Mazzarone e Mirifique Icyimanishaka, ha pensato di passare dal gioco:

Mirifique Icyimanishaka:

"Attraverso il gioco, possiamo spiegare in un modo leggero il cambiamento delle abitudini che i bambini stanno vivendo, e perché dobbiamo tutti rispettare alcune regole, come il distanziamento sociale"

La teoria del divertimento e l'apprendimento basato sul gioco servono quindi anche nel bel mezzo di una pandemia, per aiutare i più piccoli a capire il senso di regole particolarmente indigeste: regole che non finiranno subito, che dovranno portare con sé a lungo.  Capire, insomma, per accettare e adattarsi. La costruzione della resilienza, insomma, può anche essere divertente.  

Il gioco è stato poi messo a disposizione di tutti, sul sito e sui canali social dell'Università

E naturalmente, tra inciampi e buone decisioni, come quella di giocare con la sorellina mentre i genitori sono in smart working oppure vedersi un film in video-chat con gli amici, lo scopo è quello di arrivare alla fine. La fine di un percorso che ancora non conosciamo, ma almeno per ora sappiamo cosa dobbiamo fare. Oltre a lanciare i dadi, s'intende.

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