Covid-19, dalle città di vacanza invase: "Intaserete i nostri ospedali"

Si sono ribellati contro molto, contro un ventilato caro benzina e l'abbassamento dei limiti di velocità sulle strade provinciali. Si sono ribellati contro la riduzione dei servizi di base: scuole e soprattutto ospedali di campagna. Ora si ribellano contro l'arrivo di tante persone dalle aree metropolitane. Parliamo dei francesi che vivono in provincia e che ora temono il collasso dei nosocomi locali per il diffondersi del coronavirus.
Patrick Rayton, sindaco di La Couarde-sur-Mer, costa atlantica, è molto preoccupato: "Non siamo in vacanza, siamo in confinamento, e chi viene qui nella sua seconda casa pure è confinato, non può fare quello che vuole su spiagge e piste ciclabili".
Le autorità sono state costrette a chiudere le spiagge così che la gente non ci vada. Chiuse anche le piste ciclabili per evitare che la gente vada in giro come se fosse vacanza.
Lo Stato tiene, ha detto Macron questo venerdì. Ma se lo Stato tiene non è detto che faccia altrettanto il sistema sanitario. Un medico dalla costa atlantica Cyrille Vartanian, parla da Noirmoutier e dice: "Abbiamo iniziato a chiamare il personale medico, in modo che tutti possano aiutare in caso d'emergenza. Sappiamo che gli ospedali intorno a noi dovranno fronteggiare questo aumento di popolazione e se ci saranno casi acuti di coronavirus, non è sicuro che avremo letti per tutti. Andava spiegato a tutti fin dall'inizio, facendo un po' di pedagogia, che era completamente vietato spostarsi per il Paese in auto o in treno. Non so se avete visto quelle immagini della gare de Montparnasse a Parigi presa d'assalto. Quei treni sono il posto perfetto per la diffusione del virus".
Il governo francese è pronto a prolungare il confinamento oltre i 15 giorni e a introdurre controlli e sanzioni, ora 135 euro, più stringenti contro chi viola le regole di isolamento. Tutto mentre anche in Francia i morti hanno superato i 370 e i contagiati sono 11mila