Grosso calo della domanda, la compagnia low cost Flybe chiude con effetto immediato. La IATA stima perdite minime di 63 milardi di dollari
Flybe è la prima - e probabilmente non l'ultima - compagnia aerea vittima del coronavirus. Il vettore low cost ha annunciato la fine immediata di tutte le attività. La società inglese, che dava lavoro a oltre 2.000 persone, aveva già sfiorato il fallimento a gennaio, ma allora era stata salvata dal governo di Boris Johnson. Oggi il crollo della domanda le ha dato il colpo finale. "Flybe ha sottolineato che i problemi della sua attività sono stati aggravati dall'epidemia, che negli ultimi giorni ha avuto un impatto significativo sulla domanda", ha detto a Westminster Kelly Tolhurst, ministra dei Trasporti britannica.
Crolla la domanda, si stimano perdite dai 63 ai 113 miliardi di dollari
Sì, perché negli ultimi giorni sono state registrate tantissime cancellazioni da parte dei passeggeri, oltre a un netto calo delle prenotazioni, come spiega il capo economista della IATA, l'organizzazione internazionale delle compagnie aeree, Brian Pearce: "Stiamo assistendo a un grave calo delle prenotazioni e dei ricavi anche al di fuori dell'Asia, ora che il virus si è diffuso più ampiamente".
Secondo le stime della Iata, le perdite in termini di ricavi passeggeri per l'anno in corso saranno dell'11%. Questo si traduce in una perdita di entrate di almeno 63 miliardi di dollari, pari a 56 miliardi di euro, fino a 113 miliardi di dollari, 101 miliardi di euro, nel peggior scenario. L’unico sollievo per il settore potrebbe arrivare dal calo dei prezzi del petrolio. E per i passeggeri, da quello dei prezzi dei voli.
Incremento mensile più basso di traffico passeggeri in un decennio
Diverse compagnie aeree europee hanno già ridotto il numero di voli da e per i Paesi a rischio, tra i quali l'Italia. Il traffico passeggeri a livello mondiale ha registrato l'incremento mensile più basso da aprile 2010. "Gennaio è solo la punta dell'iceberg, in termini di impatto sul traffico che stiamo vedendo a causa dell'epidemia del coronavirus, visto che le maggiori restrizioni nei voli sono iniziate non prima del 23 gennaio", spiega l'amministratore delegato della IATA, Alexandre de Juniac. "Tuttavia è già sufficiente per causare la crescita più bassa in quasi un decennio".