Malesia, arrestato per diffondere fake news sul coronavirus: rischia il carcere

Diffondere notizie false sul coronavirus potrebbe costare molto caro ad un cittadino malese di 34 anni.
La polizia gli ha messo le manette ai polsi nella città di Bangi in un'operazione ordinata dalla Malaysian Communications and Multimedia Commission (MCMC): rischia una condanna ad un anno di prigione e una multa del corrispettivo di 11mila euro.
"Il sospetto è stato arrestato per aver diffuso informazioni false sul virus lo scorso 26 gennaio. Il suo cellulare e la sua carta SIM, che si ritiene siano stati utilizzati per caricare i contenuti falsi su Facebook, sono stati confiscati", si legge in una dichiarazione del MCMC. In essa non viene specificato che tipo di fake news abbia pubblicato l'uomo.
"L'atto, grave, arriva in un momento di grandi sforzi da parte della MCMC e della Polizia Reale Malese per controllare la diffusione di notizie false, da parte di individui irresponsabili, sul nuovo coronavirus. Potrebbero mettere in pericolo la stabilità nazionale e la pace pubblica", si legge nella dichiarazione della commissione.
La MCMC stabilirà se l'individuo ha violato l'articolo 233 del Communications and Multimedia Act 1998 e se potrà essere condannato alla reclusione. "La diffusione di notizie per suscitare paura e panico tra il pubblico può essere perseguita anche ai sensi dell'articolo 505 del codice penale, che prevede una pena di due anni di reclusione e/o una multa, in caso di condanna".
Nel 2018, la Malesia ha approvato una legge che rende punibile la diffusione di notizie false con un massimo di sei anni di carcere. La misura è passata durante il mandato dell'ex primo ministro Najib Razak, che è ora chiamato a rispondere in diversi casi di corruzione, in tribunale. Tuttavia, la norma ma è stata abrogata lo scorso ottobre.
In Malesia sono stati denunciati sette casi di coronavirus, secondo stime del Ministero della Salute: i contagiati sono tutti cittadini cinesi.