Sindacato militari: "Missioni anticostituzionali, subito una commissione d'inchiesta"

Dal 'ground zero' italiano, la strage di Nassiriya in Iraq in cui persero la vita 12 carabinieri, 5 soldati, 2 civili e 9 cittadini iracheni, sono trascorsi 16 anni oggi. Una ricorrenza che riporta in primo piano il ruolo dei militari italiani e le loro regole d'ingaggio, anche alla luce dell'attacco terroristico di due giorni fa, in cui sono rimasti feriti 5 militari, 3 in modo grave.
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sarà giovedì a Washington per il vertice della coalizione anti Isis: in un post su facebook, il titolare della Farnesina ha dichiarato che l'Italia non recede.
Va in direzione opposta il sindacato dei militari, che lancia una denuncia tranciante: le missioni sono anticostituzionali, dunque al di fuori della legaità, e chiamarle di pace significa occultare la realtà.
Il segretario generale del sindacato militari, Luca Marco Comellini, sollecita dunque l**'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sulle missioni**. "Perché - dice - i soldati vanno a fare la guerra e non a portare la pace".
A 16 anni da "Antica Babilonia", oggi l'Italia è presente in Iraq con "Prima Parthica", operazione della coalizione multinazionale contro lo Stato Islamico in Siria e in Iraq cui partecipano 79 paesi e 5 Organizzazioni internazionali. A circa 48 ore dall'attentato nel Kurdistan iracheno, anche il Consiglio Supremo di Difesa, che si è riunito al Quirinale, ha ribadito la necessità di continuare a garantire la presenza delle Forze Armate Italiane nelle principali aree di instabilità.