Siria: restano in vigore gli accordi di Adana

Stati Uniti, Russia e Turchia esultano per l'accordo che ha fermato l'escalation militare nel nord della Siria. Il primo dei 10 punti dell'intesa stabilisce l'unità politica e territoriale di Damasco, ma soprattutto c'è il mantenimento degli accordi di Adana, siglati nel 1998 dal padre di Bashar al Assad, con cui la Siria garantiva che le milizie curde non avrebbero attaccato la Turchia da territorio siriano.
La Turchia, al momento, attende solo di verificare l'effettivo ritiro dei curdi.
"Dopo l'accordo che comprende la messa in sicurezza del nostro confine al di fuori dell'area dell'operazione Primavera di Pace e l'allontanamento dei gruppi terroristici per un raggio di 30 km, non c'è bisogno di lanciare una nuova operazione militare su un'area più ampia", dice la portavoce del Ministero della Difesa turco, Nadide Sebnem Aktop.
In sede Nato, gli Stati Uniti chiedono di indagare su possibili crimini di guerra e invitano gli europei ad assumersi le proprie responsabilità: "Stiamo assistendo a una riduzione significativa della violenza e dei combattimenti - dice il segretario generale Stoltenberg - Ora bisogna proseguire, costruendo su questo accordo una vera soluzione politica, negoziata, al conflitto in Siria".
In Iraq si chiarisce che le truppe statunitensi in uscita dalla Siria stanno solo "transitando" nel Paese e partiranno entro quattro settimane. In precedenza, il Pentagono aveva detto che le truppe ritirate dalla Siria sarebbero state riposizionate nell'ovest dell'Iraq.