Emma Bonino:"Intanto alla frontiera turco siriana è operativa un'operazione Nato a protezione Turca"

Emma Bonino - Intervista del 15 ottobre 2019
Emma Bonino - Intervista del 15 ottobre 2019
Di Simona Zecchi
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La Senatrice Emma Bonino a Euronews affronta due argomenti caldi dell'attualità: la crisi nel nord della Siria e la manovra italiana rispetto alla Commissione europea in vista dell'invio a Bruxelles del documento finanziario

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L'operazione della Turchia nel nord della Siria, la solitudine dei curdi siriani, la moderatezza nella condanna da parte dell'Unione europea, la necessità di un vero e proprio embargo a carattere europeo verso la Turchia e l'incubo foreign fighter. Sono alcuni degli argomenti affrontati con la senatrice di Più Europa, Emma Bonino.

Siria-Turchia-Unione europea

Le reazioni internazionali all'offensiva turca (Operazione Peace Spring) contro i curdi siriani, a parole, sembrano unanimemente di condanna, ma nel concreto cosa non sta succedendo invece? Il governo ha annunciato lo stop alle esportazioni delle armi ma per i contratti in essere?

"Mi sembra che Luigi Di Maio abbia parlato anche dell'esame dei contratti in essere: verificheremo. E' però indubbio che da parte europea ci sia stata una dichiarazione politica abbastanza moderata: sono passate ore per decidere se usare o meno la parola condanna, tanto per dirvi il livello di discussione. E' un fatto che l'implementazione di questo stop alle armi viene lasciata ai singoli stati membri. Dicono per ragioni di necessità (un vero e proprio embargo europeo avrebbe necessitato certo di una procedura molto più lunga e pesante), ma io spero che il processo vada comunque avanti, che questo sia un primo passo di urgenza, sebbene un po' tardiva, ma che si vada avanti con un vero e proprio embargo europeo e che si valuti la necessità abbastanza evidente di sanzioni".

Cosa può fare l'Italia?

"Basta vedere negli scambi commerciali, l'Italia esporta soprattutto armi e tutto quello che ruota intorno alle armi come i pezzi di ricambio a esempio. Ed è chiaro, una sanzione o un embargo funzionano solo se fatti seriamente a livello internazionale. Spero si riunisca non troppo tardi il consiglio di sicurezza: se i curdi vengono lasciati completamente soli è chiaro che da qualche parte devono cercare aiuto, quindi che non si faccia gli spiritosi solo perche ora c'è l'apporto di Assad, sappiamo tutti certo chi è ma ecco sono soli. Certo non so a quale prezzo per loro."

Bonino poi ammonisce sull'effetto foreign fighter e ripercorre il periodo dello strappo Ue-Turchia che ha portato a tensioni nei rapporti e a complicare tutto :

"Quello che mi stupisce è che per noi non è ancora chiaro che la cosa ci riguarda (a parte per questioni di diritto internazionale) ma anche per la questione dei foreign fighters, detenuti dai curdi siriani impegnati a combattere e a scappare da sotto le bombe: quando ci sveglieremo sarà troppo tardi"

"La responsabilità dell'Ue e i rapporti complessi con la Turchia è una storia che arriva da molto lontano. Dal 2004 si è verificata tutta una serie di malintesi scontri... io ricordo molto bene quando all'unanimità e con grande entusiasmo del Parlamento europeo si decise di aprire un negoziato, e tutti sapevamo che sarebbero durati decenni. Invece pochi mesi dopo Sarkozy e la Merkel sconfessarono quella decisione proponendo una improbabile Special partnership che nessuno ha mai capito visto che la Turchia era già membro Nato, membro del consiglio d'Europa e dell'Unione dogale. Da lì lo scoramento della Turchia... Io ho fatto parte dell**'Independent commission on Turkey** e abbiamo cercato di riattivare qualche capitolo di negoziato con grande lentezza a causa dell'Europa e ci siamo dovuti fermare nel 2014, quando la deriva di Erdogan era del tutto evidente. Una storia complicata, le cui soluzioni sono complicate così come lo è il conflitto. Bisogna cercare di pensare a una visione, un progetto per il futuro che salvaguardi questo popolo che ci ha tanto protetto e che abbiamo abbandonato dalla sera alla mattina"

L'operazione Active Fence della Nato a protezione della Turchia

La Nato, dal gennaio del 2013, ha messo a disposizione della Turchia, dietro richiesta esplicita del governo di Ankara, alcuni assetti per implementare le sue capacità di difesa aerea a seguito dell’acuirsi del conflitto armato in Siria.

"Il colmo dell'assurdo - afferma ancora la Bonino - è che nel frattempo alla frontiera turco siriana è operativa una operazione Nato che si chiama operazione active fence, la quale comprende soldati italiani e spagnoli, decisa per proteggere i turchi dagli assalti curdi... il mondo si è rovesciato nel giro di 24h e c'è da chiedersi a questo punto cosa ci stia a fare una operazione Nato da quelle parti".

  • - La Spagna partecipa in effetti alla missione Nato in Turchia con una batteria di missili Patriot
  • - La partecipazione italiana alla missione Nato Active Fence invece, iniziata a giugno 2016, è presente con un contingente di personale militare pari a 130 unità e l’impiego di una batteria Samp/T dell’Esercito

La manovra finanziaria italiana e i rapporti con Bruxelles

In vista dell'invio entro la mezzanotte di stanotte (15 ottobre) a Bruxelles delle note sulla manovra finanziaria italiana, la Bonino ha aggiunto:

"Noi stiamo facendo una manovra di 30 miliardi di cui 7 proverrebbero da una presunta lotta all'evasione fiscale e 5 miliardi che abbiamo risparmiato dalla manovra di Mario Draghi; dall'altra parte abbiamo 23 miliardi necessari per bloccare l'aumento dell'Iva e 4 miliardi per spese di missioni, 2-3 per il cuneo fiscale. O si cancellano la "quota 100" (voluta da Matteo Salvini nel Conte 1 ndr) e il reddito di cittadinanza (voluto da Luigi Di Maio ndr) e si rimodulano i fondi già esistenti della spesa, oppure la situazione è quella della coperta troppo corta, per cui investimenti come il "green new deal" e altri disegni promessi da questo governo non potranno realizzarsi".

"Credo che la Commissione europea ci farà notare che non c'è spazio per gli investimenti, ma penso che comunque ci consentirà, come già fatto negli anni precedenti e anche quando c'era Salvini, una certa flessibilità senza incorrere in penali. I 14 miliardi sono sempre a debito non sono gratuiti o infiniti. Noi di fatto stiamo aumentando il debito pubblico (nei limiti che la Commissione è disposta ad accettare senza ricorrere a manovre punitive).

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