Perché la Nato (con le truppe italiane e spagnole) è impegnata a difendere i turchi al confine

Alessandro Politi (Director of Nato Defense College Foundation)
Alessandro Politi (Director of Nato Defense College Foundation)
Di Simona Zecchi
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La Nato, dal gennaio del 2013, ha messo a disposizione della Turchia, dietro richiesta esplicita del governo di Ankara, alcuni assetti per implementare le sue capacità di difesa aerea a seguito dell’acuirsi del conflitto armato in Siria. E ora si è imposta la operazione di Erdogan. Cosa succede?

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L'offensiva di Recep Tayyip Erdoğan in Turchia sì, ma anche l'operazione decisa dalla Nato al confine turco-siriano che ha risposto alla richiesta di supporto di Ankara ormai formulata nel 2013 in caso di attacco siriano. Si tratta di batterie Patriot e batterie ASTER SAMP/Tche Spagna e Italia stanno gestendo con 150 e 130 unità rispettivamente. Ne abbiamo parlato con il direttore della Nato Defense Foundation, Alessandro Politi. L'approfondimento nasce dall'affermazione rilasciata da Emma Bonino durante la nostra intervista. Leggila qui.

Il colmo dell'assurdo è che nel frattempo alla frontiera turco siriana è operativa un'operazione Nato che si chiama "Active Fence", la quale comprende soldati italiani e spagnoli, decisa per proteggere i turchi dagli assalti curdi...il mondo si è rovesciato nel giro di 24h e c'è da chiedersi a questo punto cosa ci stia a fare una operazione Nato da quelle parti".
Emma Bonino

Operation Active Fence

La operazione "Active Fence" - afferma Alessandro Politi - è stata decisa dalla Nato dopo episodi bellici avvenuti nel 2012, tra cui un abbattimento di ricognizione turco e il bombardamento di un villaggio siriano. L'alleanza decise di schierare queste batterie per proteggere lo spazio aereo e prevenire attacchi missilistici provenienti dalla Siria".

Montalto Monella, Lillo

Di cosa si tratta

"Sono sistemi aerei, quindi di superifcie area, e non hanno niente a che vedere con l'offensiva messa in atto da Ankara che è terrestre:

Non possono in nessun modo influire sulle operazioni. Sono decisioni prese dopo i problemi sorti con la Siria

"Prima" - prosegue Politi - "a essere impiegate erano forze statunitensi, olandesi e tedesche, ora le italiane e le spagnole"

E infatti sono in tutto cinque i paesi membri della Nato ad aver concordato l'operazione.

Qual è la posizione della Nato

"Quello che tocca l'alleanza è il problema della guerra in Siria e la vendita dei missili AS-400 russi che non sono compatibili con i missili schierati con l'alleanza. Quello che poi scelgono di fare in bilaterale i paesi singolarmente (congelare la partecipazione turca al programma F35, o imporre l'embargo delle esportazioni di armi), queste sono scelte di una serie di Paesi anche nell'ambito della Ue, ma una deicisone NATO va presa nel Consiglio Atlantico. Sono cose che debbono distinguersi".

E' ovvio che una ulteriore presa di posizione, dopo quella europea dei singoli paesi, da parte Nato potrebbe acuire maggiormente i rapporti e rendere complicata la situazione in atto. Ma le 130 unità italiane e le 150 spagnole hanno funzioni militari?

"In realtà si tratta maggiormente di posizioni tecniche più che militari - risponde Politi - (sebbene certo siano in uniforme militare); devono fare in modo che dal punto di vista tecnico tutto fili lisci come l'olio in caso di attacco aereo siriano".

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