Milan, il primo giorno di Stefano Pioli: "La parola d'ordine è vincere"

Milan, il primo giorno di Stefano Pioli: "La parola d'ordine è vincere"
Di Cristiano Tassinari
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Presentazione ufficiale per Stefano Pioli, il nuovo allenatore del Milan. Prende il posto di Marco Giampaolo, esonerato nonostante la vittoria sul Genoa (2-1). Lo slogan di Pioli:" Vincere. Testa alta o testa bassa, ma bisogna vincere".

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Ribaltone in casa Milan.

Stefano Pioli - 54 anni il prossimo 20 ottobre - è il nuovo allenatore dei rossoneri.
Prende il posto di Marco Giampaolo, esonerato nonostante la vittoria (2-1) nell'ultima giornata di campionato contro il Genoa.
Troppo pochi, però, i 9 punti raccolti in 7 partite (3 vittorie e 4 sconfitte).

La scelta di Pioli ha scatenato i tifosi del Milan, che considerano il tecnico emiliano non all'altezza delle loro aspettative.

Il nuovo allenatore del Milan, in realtà, avrebbe dovuto essere Luciano Spalletti, ma l'ex tecnico dell'Inter - ancora sotto contratto con il club nerazzurro - aveva pretese economiche e contrattuali (4 milioni a stagione) giudicate eccessive dal duo dirigenziale Boban-Maldini. Ecco cosi spiegata l'improvvisa e definitiva virata su Pioli.

Il nuovo Milan di Pioli debutterà domenica 20 ottobre alle 20.45 contro il Lecce.

La presentazione di Stefano Pioli: Massara, Maldini, Pioli, Boban, Gazidis.

Ex buon difensore, in particolare di Juventus, Verona e Fiorentina, come allenatore Pioli ha fatto una lunga gavetta in provincia (buoni soprattutto gli anni di Bologna), passando per buoni risultati alla Lazio arrivando finalmente alla grande squadra (l'Inter) nel novembre 2016 al posto di Frank de Boer, anche in quel caso con l'obiettivo di rimettere in carreggiata la squadra. Inizialmente le cose andarono bene, anche grazie ad un filotto di vittorie consecutive, ma il tracollo primaverali portò all'esonero dello stesso Pioli, poi rimpiazzato dall'allora tecnico della Primavera Stefano Vecchi.

Nella passata stagione, alla guida della Fiorentina, si è dimesso in aprile, dopo un striscia negativa di 2 vittorie in 14 incontri. Non che il suo successore, Montella (ex del Milan), abbia saputo fare meglio: la Viola si è salvata dalla retrocessione solo all'ultima giornata.

Per Pioli, al Milan, un contratto biennale a cifre più contenute rispetto a Spalletti (1,5 milioni a stagione).

Arrivo qui con entusiasmo e passione. Sono convinto che possiamo fare un grande lavoro”, ha spiegato Pioli in conferenza stampa.

Nessun timore per le perplessità di tanti tifosi, a causa della sua carriera priva di grandi successi e per il suo recente passato all’Inter.

“Ho rispetto per i tifosi e loro hanno diritto di critica, ma per me è uno stimolo ulteriore. Ci sarà da lavorare sia sulla testa dei giocatori che sulla disposizione in campo, saranno dieci giorni importanti e cercherò di sfruttare qualsiasi istante”.
Stefano Pioli
Allenatore Milan

Pioli si sbilancia anche nell’analisi dei singoli: “Piatek è molto efficace dentro l'area, è un bomber, ma ci sono anche tanti altri giocatori che possono fare gol. Paquetà è una mezzala di qualità e di quantità. Mi piace spostare i giocatori durante la gara, può giocare anche tra le linee. Ha diversi gol nelle gambe ed è bravo ad inserirsi. Leao ha un grande potenziale, deve essere sfruttato. Tutti si devono sentire coinvolti. Suso è un giocatore di qualità indiscutibile, bisogna fargli giocare tanti uno contro uno. Può fare molto bene”.

A chi gli chiede uno slogan risponde con pragmatismo: "Vincere. Testa alta o testa bassa, bisogna vincere".

Ê finita male l'avventura di Marco Giampaolo al Milan (qui nel derby perso 2-1 con l'Inter).
"Abbiamo salvato il Milan dalla bancarotta e dalla serie D".
Ivan Gazidis
Direttore Generale MIlan

Da Milano a... Milano

Con l’ufficialità di Stefano Pioli alla guida del Diavolo salgono a quota sette gli allenatori che nella loro carriera hanno avuto il privilegio di sedere sia sulla panchina del Milan che su quella dell’Inter così come le conosciamo oggi. E curiosamente sarebbe stato lo stesso anche se Maldini e Boban avessero scelto Luciano Spalletti.
Un cambio di giacca, quello all’ombra della Madonnina, che prende ispirazione dall’ungherese József Viola, prima allenatore-giocatore dell’Ambrosiana (nome di retaggio fascista) nel 1928-29 e poi tecnico dei rossoneri nel 1933-34.

Giuseppe Bigogno
L’ex mediano allena il Milan nel 1946-47, la prima stagione in cui si ritornò alla Serie A a girone unico. Rimane tre stagioni terminando al quarto, terzo e secondo posto. Continuerà la sua carriera al Biscione nel 1958-59, ma sarà esonerato a metà stagione.

Gigi Radice
Il tecnico, mancato lo scorso 7 dicembre, fece tutta la trafila nelle “cantera” milanista, divenendo in età adulta uno dei protagonisti dello scudetto 1961-62 e della vittoria in Coppa dei Campioni nella stagione successiva. La sua esperienza da allenatore rossonero non fu altrettanto fortunata. Nel 1981-82 fu infatti esonerato e sostituito da Italo Galbiati nel campionato poi chiuso con la retrocessione. Sulla panchina dell’Inter invece disputò 41 partite, due anni più tardi. E’ stato lui a lanciare come titolare un certo Walter Zenga.

Ilario Castagner
Il primo a passare direttamente da una panchina all'altra di San Siro. Coi rossoneri la stagione di debutto è quella dell’"incubo Serie B" nel 1982. È subito risalito in A con la vittoria del campionato cadetto, subendo solo tre sconfitte (tra cui Milan-Cavese 1-2). Dopo 78 panchine ufficiali, fu accusato di tradimento ed esonerato da Bepi Farina perché si sarebbe con i cugini prima della fine della stagione. In effetti il passo successivo è l'Inter (1984-85), l'anno dello scudetto del Verona di Bagnoli e del debutto di Maradona a Napoli.

Giovanni Trapattoni
Dopo aver messo in bacheca due campionati e altrettante Coppe dei Campioni in rossonero da giocatore, il Trap è il primo tecnico a vincere lo scudetto con una milanese dopo avere allenato l’altra. Al Milan subentra l'8 aprile 1974 a Cesare Maldini come traghettatore e perde la finale di Coppa delle Coppe contro il Magdeburgo. Dopo 10 anni alla Juve, nel 1986 si concretizza il passaggio all'Inter, dove guida i nerazzurri alla vittoria del tredicesimo scudetto: a nove anni dall'ultimo titolo, con cinque giornate di anticipo e ottenendo 58 dei 68 punti disponibili. Alla Storia è passata come l'Inter dei record.

Alberto Zaccheroni
Anche Zac festeggerà lo scudetto, ma questa volta con la prima milanese allenata, il Milan. Storica la rimonta sulla Lazio nello scudetto del centenario del 1998-99 con i gol di Bierhoff, Boban e Leonardo, la fisicità e la fantasia di Weah e le parate di un giovane Christian Abbiati. Nel 2001 l’esonero, dopo 125 panchine in rossonero. Nel 2003 subentra ad Hector Cuper in casa Inter e colleziona 43 presenze da allenatore tra alti (sei vittorie consecutive in campionato, compresa quella a Torino sulla Juve) e bassi (il k.o. per 5-1 incassato dall'Arsenal, che "retrocede" la squadra dalla Champions alla Coppa Uefa).

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Leonardo
Il brasiliano eredità la panchina del Diavolo da Ancelotti. Quarantotto le panchine rossonere nel 2009-10. Nel dicembre successivo ad Appiano Gentile prende il posto di Benitez, incapace di raccogliere il testimone dello Special One. Leo ha il merito di vincere l’ultimo trofeo nerazzurro (Coppa Italia 2011), ma viene ricordato dai milanesi come il perdente delle stracittadine. Sulla panchina rossonera perse entrambi derby, mentre dall’altra parte vanificò la rimonta scudetto con un bruciante 0-3.

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