Il porto di Berbera, porta fra l'Africa e il mondo

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Di Ronald Kato
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Il progetto da 400 milioni di dollari punta ad attrarre investimenti, liberando il potenziale del Somaliland

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Con l'ampliamento del porto di Berbera, il Somaliland, piccolo stato africano non riconosciuto internazionalmente, punta a liberare il suo potenziale economico e a farsi prendere più seriamente in politica.

Berbera, via di collegamento fra l'Africa al resto del mondo

Sulla costa meridionale del Golfo di Aden, il porto di Berbera, nel Somaliland, occupa una posizione strategica nel Corno d'Africa e si trova su una rotta marittima molto frequentata, utilizzata per il traffico tra il Medio oriente e l'Africa orientale. A illustrare la rilevanza della collocazione geografica di Berbera è il presidente del Somaliland, Muse Bihi Abdi: "Berbera è importante per il Somaliland, per il Corno d'Africa e per gran parte dei paesi dell'Africa centrale. È una porta che collega molti paesi africani al resto del mondo: a oriente verso l'Asia, il subcontinente indiano, fino alla Cina; sull'altro lato, attraverso il canale di Suez e il Mar Rosso, collega molti paesi africani al Medio oriente, all'Europa, fino al nord America".

400 milioni di dollari per diventare un hub internazionale

Dp World sta lavorando all'espansione e modernizzazione del porto di Berbera, per trasformarlo in un importante hub del trasporto marittimo. Negli ultimi due anni la capacità di Berbera è cresciuta del 50 per cento. Dp World ha anche investito nella formazione e nella sicurezza del personale per accrescerne la produttività.

"Il nostro progetto - svela Supachai Wattanaveerachai, amministratore delegato di Dp World, - è di rendere Berbera un hub marittimo regionale, una porta di accesso per l'Etiopia, e aprire nuovi mercati per la popolazione del Somaliland".

Un progetto da 400 milioni di dollari, la cui prima fase punta a creare un ormeggio per navi più grandi e un vasto terminal container. Nella seconda fase la capacità del porto salirà a un milione di container da 20 piedi. Said Hassan Abdullahi, dell'Autorità portuale del Somaliland, conferma che i risultati sono già tangibili: "In termini di valore, prima dell'arrivo di Dp World, gestivamo all'incirca 4-5 mila container al mese. Ma ora, in questo periodo, abbiamo aumentato la capacità di oltre il 50 o addirittura il 60 per cento. Ora ogni mese gestiamo qualcosa come 12 mila container e oltre. Il mese scorso abbiamo battuto un nuovo record, superando i 13 mila container".

Nuove infrastrutture per liberare il potenziale del Somaliland

È prevista anche la costruzione di una rete stradale per collegare il porto con l'entroterra, inclusa l'Etiopia, paese di oltre 100 milioni di abitanti, privo di sbocchi sul mare, che si sta industrializzando rapidamente.

Da quando ha dichiarato l'indipendenza, nel 1991. il Somaliland, piccolo stato non riconosciuto di circa 3 milioni e mezzo di abitanti il cui principale prodotto d'esportazione è il bestiame, cerca di attrarre gli investimenti necessari per poter liberare il suo enorme potenziale. Per il ministro delle finanze Saad Ali Shire il progetto portuale rappresenta un buon inizio:"Gli investimenti nel porto condurranno alla creazione di posti di lavoro, dando speranza ai giovani. La nostra popolazione è molto giovane, il 70 per cento circa ha meno di 30 anni. E noi crediamo che con il porto, il corridoio di Berbera - la strada che porta da Berbera all'Etiopia - e la zona franca, più l'aeroporto internazionale, la combinazione di queste infrastrutture consentirà di rispondere ai bisogni logistici della regione".

Il progetto del porto di Berbera dà la spinta desiderata non solo all'economia del Somaliland ma anche alla politica, fornendo uno strumento in più per fare pressione sulla comunità internazionale per il riconoscimento della piccola Repubblica.

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