Cardinal Pell resta in carcere

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Di Paolo Alberto Valenti
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Confermata dall'Alta corte australiana la condanna a 6 anni per l'ex tesoriere di Papa Francesco. Aveva abusato più di 20 anni fa di due adolescenti

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La giustizia australiana lascia in carcere il cardinale George Pell. E' stato respinto il ricorso in appello dell'ex tesoriere di Papa Francesco portato in tribunale nel dicembre scorso per abusi sessuali su minori di una ventina di anni fa.

Il verdetto della Corte Suprema dello stato di Victoria

«Continuerà a scontare la sua pena di 6 anni in prigione», ha dichiarato il giudice capo della Corte Suprema dello stato australiano di Victoria, Anne Ferguson. Il verdetto è stato accolto con soddisfazione dai comitati delle vittime. "È un giorno stupendo per noi, i sopravvissuti, è veramente meraviglioso" "Giustiza è fatta" hanno esclamato.

La disfatta della difesa

La difesa del prelato faceva leva sul fatto che la condanna si basa su una testimonianza a porte chiuse di una sola delle due vittime, l'unico sopravvissuto, l'altro abusato è già morto di overdose anni fa.

Chrissie Foster, avvocato delle vittime: È veramente una giornata meravigliosa per i sopravvissuti, per le vittime. Penso che sia un messaggio chiaro di una giustizia che non guarda al rango degli imputati e alla loro età o alle cose che fanno".

Apogeo e sconfitta di George Pell

Pell è il più alto prelato della Chiesa cattolica mai condannato per abusi sessuali su minori. Questo grave verdetto è frutto di una lunga deliberazione da parte della corte. L'ex prelato potrà fare ancora appello ma quasi sicuramente resterà in carcere almeno per 3 anni.

Geroge Pell era diventato arcivescovo metropolitano di Melburne nel 1996. Era stato nominato cardinale dal 2003 da Giovanni Paolo II e nell'aprile del 2014 Papa Francesco lo nominò prefetto della neocostituita Segreteria per l'economia vaticana e si stava accingendo ad una robusta riforma.  Dal febbraio 2019 glil è stato formalmente  interdetto l'esercizio pubblico del ministero.

Pell potrà presentare un ulteriore ultimo ricorso presso l'Alta Corte australiana, il massimo organo giudiziario del Paese.

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