Americano bendato, presidente camere penali: "Nessuno di noi resta sorpreso"

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Di Eloisa Covelli
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Intervista all'avvocato Gian Domenico Caiazza

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"La foto è la novità" dice Gian Domenico Caiazza, presidente dell'unione camere penali, a proposito dello scatto di Gabriel Christian Natale Hjorth bendato in caserma a Roma, che ha fatto il giro del mondo.

L'americano è stato interrogato per la morte del carabiniere Mario Cerciello Rega, ma secondo le ricostruzioni sembrerebbe che abbia portato la sciarpa sugli occhi solo per pochi minuti prima dell'interrogatorio.

Una pratica non legale, ma che non stupisce chi di caserme e tribunali ne ha frequentati tanti. "Nella nostra esperienza di avvocati penalisti ci siamo imbattuti spesso in nostri assistiti che ci hanno rappresentato trattamenti nei primi contatti con la polizia giudiziaria gravi - dice Caiazza - Non sempre questi racconti sono veritieri o riscontrabili, ma non sono certo una novità. La novità è la foto di quello che accade. E' una delle ragioni per le quali noi delle camere penali italiane vogliamo promuovere il disegno di legge per imporre la registrazione audio e non solo la verbalizzazione per sintesi come avviene adesso".

"In 35 anni di professione mi è capitato tante volte di ascoltare miei assistiti che avevano reso dichiarazioni spontanee secondo il verbale - continua Caiazza - ma che invece dicevano di averle rese perché minacciati o maltrattati. Ripeto: sono racconti fatti a un difensore che non possono quasi mai trovare un riscontro e una verifica concreta. Non è una questione che riguarda solo la polizia giudiziaria italiana per la verità".

Incalzato sul tipo di minacce e maltrattamenti che gli sono stati riferiti, Caiazza risponde "minacce indebite sulle conseguenze che possono esserci se non si asseconda l'aspettativa di chi sta facendo le domande, in alcuni casi si parla di maltrattamenti a livello fisico".

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