Spagna: stallo nei negoziati tra socialisti e Podemos, governo appeso a un filo

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Diritti d'autore REUTERS/Sergio Perez
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Di Luca Santocchia
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A un punto morto le trattative per formare il nuovo esecutivo: oggi secondo voto di fiducia in parlamento

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Il governo di Pedro Sanchez è appeso a un filo. A poche ore dal nuovo voto in parlamento sulla fiducia non si sblocca lo stallo nelle trattative tra i socialisti e Unidas Podemos per la formazione del nuovo esecutivo.

I negoziati si sono arenati sulla ripartizione dei ministeri, in particolare quelli economici e sociali. Nella serata di mercoledì la coalizione di Pablo Iglesias ha rifiutato l'ultima offerta dei socialisti, che avevano messo sul piatto la vicepresidenza degli Affari sociali e i ministeri di Casa ed Economia Sociale, Sanità ed Uguaglianza.

Podemos ha rilanciato chiedendo il ministero del Lavoro. Una richiesta, stando a fonti del governo citate da El Pais, considerata irricevibile: per i socialisti accettare le richieste di Podemos porterebbe di fatto alla creazione di due governi e lascerebbe in mano alla formazione di Iglesias le politiche sociali ed economiche.

Lo stallo ha creato tensioni all'interno di Unidas Podemos, che potrebbe perdere l'appoggio dei sei deputati di Izquierda Unida, uno dei tre partiti che compongono la coalizione. Prima del voto alla Camera, in programma alle 14.25, i vertici di Izquierda Unida si riuniranno per decidere se votare con Podemos o smarcarsi dall'alleato: il suo voto non è determinante ma una spaccatura nel gruppo sarebbe politicamente significativa.

Nel caso in cui il presidente ad interim non riesca a ottenere la fiducia, partirà il conto alla rovescia per lo scioglimento delle Cortes e per la convocazione di nuove elezioni entro due mesi. In questo periodo, Sanchez potrà di nuovo ritentare il voto,ma se non lo facesse o non ci riuscisse, si andrebbe a nuove elezioni il 10 novembre (le quarte in quattro anni).

Nel voto in programma oggi il socialista ha bisogno della maggioranza semplice per l'investitura. Nel primo voto che si è tenuto martedì, quando era necessaria la maggioranza assoluta, il premier aveva ottenuto solo 124 voti a favore e 170 contrari. Tra i 52 astenuti c'erano stati anche i deputati di Unidas Podemos.

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