Partenza all'alba, formalità doganali ai punti di confine, paesaggi mozzafiato, bivacco e tanta fatica per i corridori
Si è passati dalla Mongolia alla Cina con la tappa n. 7 del Silk Way Rally 2019, da DALANZADGAD a BAYINBAOLIGE, di 551 km.
Partenza all'alba, formalità doganali ai punti di confine, paesaggi mozzafiato, bivacco e tanta fatica per i corridori.
In Cina, il terreno è più arido, si passa con facilità dalle pietre alla sabbia e la guida è tendenzialmente più complessa.
Tra le moto, è Sam Sunderland ad essersi sinora ritagliato un vantaggio tale da consentirgli di affrontare serenamente le difficoltà, inseguito dallo spagnolo Mena (ad oltre 20').
Tra le auto, invece, a farla da padrone è il qatariota Nasser Al-Attiyah, complice il ritiro precoce del saudita Yazeed Al Rajhi, compagno di squadra e maggiore antagonista, per quanto i giochi siano ancora aperti ad ogni evenienza.
Stesso discorso per i camion, dove comanda il bielorusso Viazovich, che sta per ora sbaragliando lo strapotere Kamaz: sino al traguardo finale di Dunhuang, tuttavia, nulla sarà definito.
Ai vari Karginov, Shibalov e Mardeev (quest'ultimo vincitore nel 2012 e 2016) non resta altro che inseguire: per Viazovich, comunque, la vittoria finale si giocherà nel deserto del Gobi.
Domenica, intanto, si corre la tappa n. 8, da BAYIN BAOLIGE ad ALASHAN, di 786 km.