Forze di Haftar bombardano aeroporto Mitiga di Tripoli

Non c'è pace per Tripoli. Dopo il bombardamento del centro di detenzione per migranti di Tajourah, le forze del generale Haftar hanno rivendicato il raid aereo che in serata ha copito l'aeroporto internazionale Mitiga, causando la sospensione dei voli. Colpita, secondo un portavoce di Haftar, la sala di comando dei droni.
E intanto continua a montare l'indignazione per l'attacco al centro profughi di Tajourah: secondo l'ultimo bilancio, sarebbero almeno 40 i morti, ma c'è chi parla di un centinaio.
Da Benghasi, gli alti comandi dell'esecito nazionale libico di Haftar smentiscono di aver mai voluto colpire i migranti:
secondo il generale Khaled El Majob, la struttura bombardata la notte tra il 2 e il 3 luglio sarebbe stata in realtà base di una milizia armata denominata Ta al- Dhaman, che avrebbe ammassato i migranti nell'edificio utilizzandoli come scudi umani.
Una versione che non trova molto credito: sono in molti tra gli analisti internazionali i a ritenere che dopo le recenti vittorie strategiche di Tripoli, Haftar stia semplicemente perdendo la testa.
Le Nazioni Unite chiedono un'inchiesta indipendente e parlano apertamente di un crimine di guerra, facendo eco al primo ministro del governo di al Serraj che parla di un attacco premeditato e odioso.
E anche gli stati uniti, i cui rapporti con Haftar erano diventati via via più tiepidi, sembrano intenzionati a una definitiva presa di distanze.