Sea Watch 3, questo è il momento in cui Fratoianni dà del rosicone a Salvini

Sea Watch 3, questo è il momento in cui Fratoianni dà del rosicone a Salvini
Di Lillo Montalto Monella
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Sale sulle ferite.

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Carola Rackete è stata liberata e Salvini non l'ha presa benissimo.

"Io lo capisco, quando si rosica così tanto, capisco la reazione. Quindi continuate a rosicare, e mettetevi l'anima in pace: avete subito una clamorosa sconfitta in nome della legge, dello stato di diritto, della dignità e dell'umanità, vi dovete vergognare". 

Con queste parole l'on. Nicola Fratoianni della Sinistra italiana - uno dei deputati saliti a bordo della Sea Watch nei giorni scorsi - ha canzonato in Parlamento il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, all'indomani del verdetto del gip di Agrigento che ha rimesso in libertà la 31enne Carola Rackete. 

Lo scambio di battute tra i due si è avvvenuto nell'ambito del question time a Montecitorio, quando Salvini ha risposto a due interrogazioni sui temi del contrasto dell'immigrazione illegale (Molinari - Lega) e del divieto di ingresso, transito e sosta della nave Sea Watch 3 nelle acque territoriali italiane (Fratoianni e Fornaro - LeU).

Il vicepremier si è scagliato contro la decisione del giudice per le indagini preliminari siciliano e contro le manovre della capitana della Sea Watch 3. "Per la mattina successiva era già stato autorizzato lo sbarco, è per questo che è inammissibile l'atto criminale di chi sulla pelle dei 41 a bordo, e dei 5 finanzieri, ha fatto solo e soltanto una sporca battaglia politica. Né più né meno. Grazie al nostro tener duro siamo riusciti a coinvolgere cinque Paesi europei [...] Quegli immigrati sarebbero sbarcati pacificamente la mattina dopo se di notte non fosse stato commesso un vero e proprio atto di guerra, che spero come tale venga condannato da un giudice, perché ci sarà un giudice in questo Paese".

Fratoianni ha così risposto: "Se avesse autorizzato lo sbarco al mattino dopo e qualcuno lo avesse comunicato, probabilmente la capitana non avrebbe ritenuto necessario per stato di necessità entrare nel porto di Lampedusa. Ma né lei né nessuna delle autorità presenti, peraltro sollecitate da numerosi parlamentari a bordo, ha in quei minuti annunciato in nessun modo che lo sbarco sarebbe avvenuto il mattino dopo. La verità è che la sentenza del gip di Agrigento segna non solo una sconfitta per le sue scelte, il suo comportamento, il suo cinismo, ma anche per il suo impianto politico complessivo. Non c'è violazione del 1.100 perché la GdF non può essere considerata nave da guerra nelle nostre acque territoriali; non c'è resistenza a pubblico ufficiale perché è giustificata da norme di carattere convenzionale e dunque sovraordinarie". 

L'ultimo attacco è per il deputato leghista Bazzaro che ha rilanciato su Facebook il fotomontaggio fake news sui parlamentari "in vacanza" a Lampedusa. In merito, "forse qualcosa dovrebbe essere detto anche dalle istituzioni di questa Camera".

Il Pd archivia la linea Minniti sulla Libia?

"C'è una novità sul voto in Parlamento per gli accordi internazionali con la Libia. Il Pd non ha partecipato al voto che autorizza la prosecuzione della missione di cooperazione con la guardia costiera libica. Avremmo preferito una scelta più netta, ma è certamente un passo in avanti che archivia la linea Minniti-Gentiloni", ha fatto notare infine, su Facebook, lo stesso Fratoianni.

L'interrogazione parlamentare trasmessa in diretta sulla pagina Facebook di Euronews

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