Hong Kong: nuove proteste contro la legge sull’estradizione forzata
Ad Hong Kong è un fine settimane di proteste. Migliaia di manifestanti hanno circondato l'ufficio centrale della polizia, nel quartiere di Wan Chai, dove gli agenti hanno chiuso i cancelli, barricandosi all'interno dell'edificio. Pretendono le scuse delle forze dell’ordine per i metodi brutali usati lo scorso 12 giugno durante la protesta dinanzi al Parlamento.
“Mi appello a tutta la folla perché vada via di qui il prima possibile” ha dichiarato il portavoce della polizia Yolanda Yu in una conferenza stampa, ma i manifestanti continuano ad affollare le aree limitrofe alla sede della polizia.
In centinaia venerdì in mattinata avevano bloccato le strade attorno agli edifici governativi e al Parlamento, con slogan, cartelli, e i famosi ombrelli, simbolo della protesta. Come preannunciato, studenti e cittadini sono tornati di nuovo per le strade di Hong Kong per chiedere il ritiro completo degli emendamenti alla legge sull'estradizione forzata in Cina. Il malcontento prende di mira sia la polizia che la governatrice Carrie Lam, nonostante le doppie scuse pubbliche, per avere sottovalutato l'opposizione alla legge.¨
Intanto, gli attivisti, capeggiati, dal giovane Joshua Wong, hanno già organizzato una nuova mobilitazione di massa per mercoledì 26 giugno a ridosso del G20, che si terrà a Osaka a partire dal 28 giugno.