Campagna elettorale: rush finale per i leader delle forze in campo

Campagna elettorale: rush finale per i leader delle forze in campo
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Di Euronews
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Prima del silenzio elettorale e del voto di domenica per le europee.

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Ultimi fuochi prima del silenzio elettorale: incontri, comizi, interviste tv e radio. I leader delle forze politiche in campo per le elezioni europee 2019 hanno moltiplicato gli appuntamenti con la stampa e in piazza, a caccia del voto di simpatizzanti e indecisi.

Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha chiuso la campagna elettorale della Lega a Castelsangiovanni, in provincia di Piacenza. Titoli di coda decentrati, dunque, ma pur sempre vigorosi per il numero uno del Carroccio, che ha scelto uno dei Comuni, chiamato a pronunciarsi anche per la tornata elettorale amministrativa. Nella costante prova di forza con gli alleati del Movimento 5 stelle, Salvini ha mitigato i toni sulle conseguenze di un exploit leghista alle europee: "Se la Lega esce più forte e qualcuno più debole, le idee della Lega avranno più forza. Ma non chiedo mezza poltrona in più". 

Matteo Salvini Lega

Promette correttezza anche Luigi Di Maio, che ha parlato dal palco allestito in piazza della Bocca della Verità a Roma. "Io sarò sempre leale a questo governo" dice, ma non si risparmia una precisazione: "I nostri unici alleati sono nelle piazze, non nei palazzi. Unico nostro alleato è il contratto di governo". Con Di Maio nella Capitale anche Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista, ma non Beppe Grillo, sempre più defilato negli eventi ufficiali del Movimento 5 Stelle.

Luigi Di Maio Movimento 5 Stelle

L’Arco della Pace di Piazza Sempione a Milano è stato invece la cornice dell'incontro del centrosinistra, presenti il segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e Frans Timmermans, candidato dei Socialisti e Democratici alla presidenza della Commissione Europea. "Dopo 11 mesi di governo gialloverde dobbiamo raccontare al Paese e all'Europa il disastro compiuto da questo esecutivo". In calo nel Paese, ma anche a livello europeo, il consenso ai progressisti paga un dazio pesante, appena mitigato dall'appello di Timmermans a un'Europa meno austera, se il riferimento è ai Popolari europei, e - al tempo stesso - aperta, se il riferimento è alle forze euroscettiche e sovraniste.

Frans Timmermans PSE

Sul fronto opposto i conservatori e liberali, riuniti nella famiglia dei Popolari Europei, hanno affidato al bavarese della CSU, Manfred Weber, candidato alla presidenza della Commissione Europea, la chiusura della campagna elettorale, sul palco del Centro congressi di Monaco di Baviera. L'allestimento ha ricordato le scenografie dei Giochi Olimpici. Il moderatore ha pronunciato, in tedesco e inglese, i nomi dei 28 Stati dell'Unione europea, mentre i giovani, una ragazza a piedi nudi davanti, un ragazzo dietro, con una bandiera, attraversavano la stanza con l'inno europeo come sottofondo. Una coreografia d'impatto a suggerire l'unico percorso possibile per i Popolari: un'Europa più unita e più forte.

Manfred Weber PPE

In Francia dibattito politico polarizzato: scena catturata da liberali e sovranisti con il duello al rush finale tra République en Marche di Emmanuel Macron e il Rassemblement national di Marine Le Pen. Poco spazio per le altre forze, che hanno sostenuto la necessità di uscire dal bipolarismo di argomentazioni sviluppatosi in campagna elettorale. Marine Le Pen ha concluso con un discorso finale nel suo feudo a Pas-de-Calais e ha chiesto il voto per RN. In molti hanno letto nella sfida con Macron una sorta di 'terzo turno' dopo la sconfitta alle presidenziali del 2017.

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