Elezioni Europee 2019, cosa è successo? Le 7 cose da sapere
Diritti d'autore Il Parlamento europeo di Bruxelles - REUTERS/Yves Herman

Elezioni Europee 2019, cosa è successo? Le 7 cose da sapere

Di Lillo Montalto Monella
Condividi questo articolo
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

In breve: affluenza record da 20 anni a questa parte; grande exploit dei Verdi e dei liberali; popolari e socialisti che per la prima volta non riusciranno a formare da soli una maggioranza; vittorie per Le Pen, Salvini e Farage; indipendentisti catalani che conquistano i seggi all'emiciclo.

PUBBLICITÀ

Circa 427 milioni di elettori di 28 Paesi diversi hanno votato per eleggere i 751 rappresentanti al Parlamento europeo.

Le proiezioni ufficiali confermano le ipotesi della vigilia. I due più grandi gruppi all'europarlamento, quello dei popolari e quello dei socialisti, subiscono le emorragie più significative e non potranno governare da soli. Il PPE passa infatti da 221 deputati a 182 mentre quello dell'S&D si contrae da 191 a 147 seggi. Il vero balzo in avanti lo fanno i ragguppamenti dei liberali Alde (da 67 a 109 seggi) e quello dei Verdi, grazie alle ottime performance in Germania, Irlanda e Francia. In calo anche la Sinistra europea.

Popolari e socialisti perdono la maggioranza per la prima volta dal 1979, mentre saranno le scelte di posizionamento di centristi e ambientalisti a modificare gli equilibri politici a Bruxelles e Strasburgo.

Le principali cose da sapere sul voto di domenica

  • L'affluenza è in crescita, in controtendenza rispetto al calo sistematico di tutte le precendenti Europee: si è attestata intorno al 51%, la più alta degli ultimi 20 anni;
  • Il PPE e i socialisti dell'S&D perdono seggi, l'ALDE sarà l'ago della bilancia della prossima legislatura;
  • In Francia, Marine Le Pen vince lo scontro con Macron e chiede di sciogliere l'Assemblea legislativa;
  • I socialisti si confermano in Spagna. Puigdemont (in esilio) e Junqueras (in carcere) ottengono un seggio;
  • Onda verde: gli ambientalisti diventano il secondo partito in Irlanda e Germania, il terzo in Francia;
  • Laburisti sugli scudi nei Paesi Bassi e a Malta, in Italia il Pd supera il M5S. Crisi in Grecia per Tsipras, che chiede elezioni anticipate, mentre vola sempre più in alto Fidesz in Ungheria;
  • In Austria, infine, Kurz resiste agli scandali e al rimpasto di governo e si conferma primo partito.

Gli ultimi aggiornamenti dall'Europa

Clicca qui per leggere tutti i risultati, Stato per Stato

L'affluenza alle urne

Per la prima volta nella storia dell'Unione europea il dato è in aumento rispetto alla tornata precedente: l'affluenza si attesta intorno al 51% rispetto al 42,6% del 2014. Un fatto straordinario, tenendo in conto che dalle prime elezioni europee del 1979 l'affluenza alle urne era sempre diminuita. In Germania siamo intorno al 60% (dato più alto dalla riunificazione), in Austria al 55% (+10 punti percentuali), in Francia al 52% contro il 42,3% del 2104; in Spagna +14.5% rispetto al 2014.

Come è andata in Italia

In Italia, l'ultimo Paese a dichiarare chiuse le votazioni alle 23, ha votato il 56,10% degli aventi diritto, in calo rispetto al 58,69% del 2014. Lo ha reso noto il Viminale. L'affluenza più alta è stata in Umbria (67,7%) ed Emilia-Romagna (67,3%), la più bassa in Sardegna (36,25%) e in Sicilia (37,51%). La Lega viene incoronata primo partito con una percentuale intorno al 32%. Il PD supera il M5S, mentre Forza Italia si attesta al quarto posto. Tra i piccoli partiti, riesce a superare la soglia del 4% solamente Fratelli d'Italia (5-7%). Flop per +Europa, Verdi e Sinistra.

Come è andata le ultime volte spiegato in 3 grafici

Condividi questo articolo

Notizie correlate