Radio Radicale è "Radio Parlamento", ma sta per chiudere

Radio Radicale è "Radio Parlamento", ma sta per chiudere
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Di ANSA
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Emma Bonino: "Quando il M5S arrivò sulla scena politica strillando 'apriremo il parlamento come una scatola di tonno!' neppure immaginava che c'era qualcuno che da decenni provava a renderlo un palazzo di vetro trasparente. Era Radio Radicale".

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È scaduta il 20 maggio 2019 la convenzione di Radio Radicale con il ministero dello Sviluppo economico, quella che permette all’emittente di trasmettere le sedute parlamentari. Sono stati bocciati gli emendamenti per prorogarla, la radio andrà avanti senza fondi ancora qualche settimana ma a giugno i dipendenti smetteranno di ricevere lo stipendio. Per 43 anni, l'emittente ha trasmesso in diretta migliaia di sedute del Parlamento e di processi, senza censure, in maniera integrale. Il suo archivio è giudicato un patrimonio per la società civile da salvaguardare da parte di storici, accademici, attivisti, giornalisti e politici. 

Dopo lo stop definitivo agli emendamenti al decreto crescita che chiedevano una proroga per la convenzione di Radio Radicale c'è stata bagarre in commissione, alla Camera. Tutti i gruppi sono intervenuti per tentare di convincere il Movimento 5 Stelle, che ha fatto mancare l'unanimità, a cambiare idea. Duro l'affondo della dem Silvia Fregolent contro il presidente della commissione Bilancio, Claudio Borghi, accusato di fare "il Ponzio Pilato".  

La convenzione, che dal 1994 era stata sempre rinnovata, ha permesso all'emittente di ottenere un finanziamento da 10 milioni di euro l’anno per un servizio che proprio per la sua natura difficilmente potrebbe stare "sul mercato con le sue gambe", come vorrebbe Vito Crimi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria.  Alla Radio inoltre è garantito un altro finanziamento pubblico, da 4 milioni all'anno, come forma di sostegno all'editoria, che però terminerà entro il 2022. 

La vicenda Radio Radicale, spiegata bene dal Post

"Non ho nessun interesse a far chiudere Radio Radicale ma bisogna trovare una soluzione che tuteli i posti di lavoro senza aiuti diretti dello Stato", ha affermato il vicepremier Luigi Di Maio parlando a Radio Anch'io. "Una soluzione che tuteli tutte le radio italiane e non una sola", dice ancora incitando Giachetti a sospendere lo sciopero della fame e della sete. 

"Il digiuno è il metodo non violento che ci ha insegnato Marco Pannella. Non si può chiudere una radio come Radio Radicale che nel nostro Paese ha fatto la storia, e non solo [...] Radio Radicale in tutti questi anni ha svolto un ruolo evidente di formazione politica, non possiamo dimenticare e cancellare tutte le dirette fatte dal Parlamento. È una voce storica, ma soprattutto pluralista", ha risposto dalle colonne del Corriere della Sera Roberto Giachetti, ricoverato in ospedale, fortemente disidratato per lo sciopero della fame e della sete.  

"Radio Radicale è Radio Parlamento, per questo è necessario che intervengano i presidenti delle Camere e che facciano valere la loro autorità", è l'invito formale che i capigruppo del Pd Graziano Delrio ed Andrea Marcucci rivolgono ai presidenti di Camera e Senato. "È inammissibile che la convenzione con Radio Radicale - scrivono Delrio e Marcucci - venga interrotta, senza che contestualmente sia avviata quella riforma del settore che la stessa emittente reclama da anni. È inammissibile che a Camera e Senato venga di fatto impedito di esprimersi con un voto, essendo evidente che tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione del M5S, sono favorevoli al proseguimento del servizio. Aspettiamo dai Presidenti Casellati e Fico - concludono - un rapido pronunciamento, riteniamo gravissima la violazione perpetuata ieri alla Camera circa l'inammissibilità degli emendamenti e chiediamo loro formalmente di tutelare la centralità del Parlamento".

**Bonino: il M5S mostra la sua natura autoritaria. **"Sarebbe inutile spiegare in cosa consista il servizio pubblico offerto da Radio Radicale in tutti questi anni. Sarebbe tempo sprecato spiegare il valore di un'istituzione nata come presidio dei diritti civili e della libertà di informazione degli italiani". Lo scrive sulla sua pagina Facebook la leader di +Europa, Emma Bonino. "Quando - aggiunge - il M5S arrivò sulla scena politica strillando 'apriremo il parlamento come una scatola di tonno!' neppure immaginava che c'era qualcuno che da decenni provava a renderlo un palazzo di vetro trasparente. Proprio per dare spazio a tutti, far conoscere le istituzioni ai cittadini, oltre ai processi e via dicendo, Radio Radicale da anni offre un servizio unico, con il suo enorme archivio di informazione libera, completa e imparziale. Siamo i primi a volere una gara e la chiediamo da 20 anni. Chiudere Radio Radicale mostra la natura squisitamente autoritaria di un partito, il M5S, che ha bisogno, per sopravvivere, di spacciare le menzogne per verità".

Video scheda: Next New Media

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