Libertà di stampa: ancora troppi ostacoli nel mondo

Libertà di stampa: ancora troppi ostacoli nel mondo
Di Paola Cavadi
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In corso ad Addis Abeba, in Etopia, la 26esima edizione della Giornata per la libertà di Stampa istituita dall'Onu nel 1993. Premiati due giornalisti di Myanmar in carcere per aver svelato gli abusi sulla minoranza dei Rohingya.

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E' la voce di Anna Politoskaja, giornalistaassassinata da un sicario con un colpo alla testa il 7 ottobre del 2006 nell'ascensore di casa sua, a Mosca, ad aprire il video di presentazione della Giornata Mondiale sulla lbertà di stampa, istituita dall'Onu nel '93 e arrivata oggi alla sua 26esima edizione. La cerimonia ufficiale e la due giorni di lavori si sono tenuti ad Addis Abeba, in Etiopia.

"Nessuna democrazia puo dirsi completa senza un accesso trasparente e affidabile all'informazione - ha dichiarato Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite - Si tratta delle fondamenta di qualsiasi istituzione imparziale, che rende i leader affidabili e dice la verità al potere. Questo è vero in particolarmodo durante le elezioni, il focus di quest'anno della giornata modniale della libertà di informazione".

Un quadro ancora lontano dall'essere soddisfacente, come ha ricordato quest'anno il Rapporto annuale di Reporters sans Frontieres. Una giornata per riflettere, ma anche per ricordare e agire concretamente in difesa della libertà di stampa nel mondo visto che, un dato su tutti, solo dal 2012 al 2016 son stati uccisi nel mondo 530 giornalisti, una media di due alla settimana. e in un solo caso su dieci giustizia è fatta.

Quest'anno il Guillermo Cano Press Freedom Prize dell'Unesco va a due giovani giornalisti del Myanmar, Kyaw Soe Oo e Wa Lone, condannati a 7 anni di carcere per aver violato, secondo il giudice, le leggi sul segreto di Stato del paese. A ritirare il premio in vece dei due giornalisti le loro mogli Pan El Mon e Chit Su Win. I due giornalisti dell'agenzia Reuters hanno vinto il premio Pulitzer con due inchieste sugli abusi subito dalla popolazione Rohingya in Myanmar e Banglades. 

Pan Ei Mon e Chit Su Win ritirano il premio, 3/5/2019. REUTERS/Ann Wang
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