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Road Trip Europe: la Macedonia teme per il futuro

Road Trip Europe: la Macedonia teme per il futuro
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Di Margherita Criscuolo
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Quarta tappa in Grecia, all'università di Salonicco, per tastare il polso del Paese

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Per la quarta tappa del Road Trip in Grecia, abbiamo deciso di tastare il polso politico del Paese. E uno dei posti migliori per misurarlo è l’università. All'università della Macedonia, a Salonicco, i nostri reporter Bryan Carter e Fay Doulgeri hanno chiesto agli studenti di scienze politiche cosa pensano dell'Unione europea in vista delle prossime elezioni, quali sono le loro speranze e paure per il futuro e, naturalmente, se hanno in cantiere di rimanere nel Paese o lasciarlo.

La scossa del populismo all'establishment politico

"Uno dei principali argomenti che i populisti, i leader del populismo europeo, promuovono nella loro comunicazione quotidiana con l’elettorato è il fatto che la globalizzazione stia smantellando la struttura nazionale dei loro Stati - sostiene Spyros Litsas, professore associato di Relazioni internazionali all'università della Macedonia -. Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione su cosa sia veramente il populismo".

"Non sono sicuro che il cittadino medio europeo capisca il ruolo dell'Unione - è l'opinione di uno studente - È uno Stato? È un'organizzazione? Credo che si debba investire di più per spiegare ai cittadini cosa fa l’Unione europea. In altre parole, dobbiamo legittimarla agli occhi dei cittadini, sebbene sia il 2019_"_.

Una generazione di cervelli in fuga

Con così tanti studenti in Grecia che affrontano la prospettiva di disoccupazione o di lavori con bassa retribuzione, la fuga dei cervelli è diventata una tendenza preoccupante e non si è attenuata dalla fine ufficiale della crisi lo scorso anno.

"Ad essere onesta, non voglio restare in Grecia, perché vedo e mi rendo conto che qui non possiamo sognare, non è garantito un futuro ai giovani, alle giovani generazioni", afferma una studentessa.

Le fa eco il professor Litsas: "La mia principale preoccupazione è proprio la fuga dei cervelli. E il fatto che, oltre alla fuga dei cervelli, la Grecia sia il Paese europeo che invecchia più rapidamente significa che in pochi anni a partire da adesso, nei prossimi decenni, il nostro sistema di welfare dovrà affrontare problemi enormi".

Macedonia del Nord, dal cambio del nome alle urne

In questa parte della Grecia, chiamata Macedonia, la recente questione del cambio di nome in “Repubblica della Macedonia del Nord” sarà un tema che gli elettori probabilmente terranno a mente quando si dirigeranno alle urne. Ma come abbiamo scoperto, grazie al nostro fedele divano rosso, non tutti a Salonicco si oppongono all’accordo.

"Sono favorevole perché ho studiato la storia e so cosa è successo prima - dice una ragazza -. Non sostengo alcun partito politico o alcun orientamento specifico. Ovviamente so dove collocarmi politicamente ma non sono radicale. Penso che l’accordo sia stato un fatto positivo. Storicamente è molto corretto".

"Vivo all’estero e tutti chiamano il Paese “Macedonia” e i suoi cittadini 'macedoni' - afferma un altro intervistato - e, anche dopo l’accordo sul nuovo nome, molte persone continuano a parlare di “Macedonia”. Bisognerebbe trovare una soluzione alla questione del nome per le relazioni della Macedonia del Nord all’interno dell’Onu e per quelle diplomatiche perché i macedoni si definiscono diversamente da come vorrebbero i greci. D’altra parte siamo stati portati a credere di essere noi i veri macedoni".

Quando i greci si recheranno alle urne il mese prossimo, in tanti, apparentemente, andranno ad esprimersi su questioni interne, piuttosto che sull'Unione europea.

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