La "Spagna vuota" e lo spopolamento al centro della campagna elettorale

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Di Ana Valiente
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A pochi giorni dalle elezioni, il voto della cosiddetta "España vacía", la "Spagna vuota", è diventato una priorità per i partiti politici.

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A pochi giorni dalle elezioni, il voto della cosiddetta "España vacía", la "Spagna vuota", è diventato una priorità per i partiti politici.

Nelle province meno popolate un deputato ha bisogno di meno voti per essere eletto. Questo storicamente ha sempre avvantaggiato le grandi formazioni come il Partito popolare o i socialisti. Quest'anno, con la frammentazione della destra in tre partiti (Pp, Ciudadanos, di centro destra, e Vox, di estrema destra), molto potrebbe cambiare.

Cuenca è una delle dieci province che compongono la cosiddetta "Lapponia del sud", una zona dalla densità inferiore a otto abitanti per chilometro quadrato, la più bassa d'Europa ad eccezione di alcune aree, per l'appunto, della Lapponia.

Benjamín Prieto è il presidente della provincia di Cuenca e per vent'anni è stato il sindaco di un paesino di 248 abitanti per il Partito popolare. Abituato alle vittorie del suo partito, di fronte al nuovo scenario politico vede alcune incertezze: "Se gli elettori vogliono un'opzione di centro destra - dice -, in territori in cui la maggioranza naturale andrebbe al Partito popolare la distribuzione dei voti potrebbe alterare questa maggioranza, perché, in base al sistema elettorale, il loro voto potrebbe andare a vantaggio di un'opzione che l'elettore non aveva previsto".

Il Congresso è composto da 350 seggi. Nelle aree meno popolate, dove sono eletti solo tra 2 e 5 deputati per provincia, sono in palio 101 seggi, quasi quanto nelle cinque province più popolate. Il sistema elettorale spagnolo usa un sistema non proporzionale che tende a favorire i partiti più votati per assicurare stabilità.

Nonostante i partiti mostrino un crescente interesse per le aree rurali, le aspettative dei giovani elettori restano basse. Almudena, 28 anni, è diplomata come maestra elementare, ma lavora come cameriera. "Se noi giovani ci trasferiamo in altre città - denuncia -, i nostri figli cresceranno lì, quindi il nostro villaggio si estinguerà. Al momento non abbiamo il cento per cento delle opportunità".

Stanchi del'inerzia delle forze politiche, il 31 marzo migliaia di abitanti della "Spagna vuota" sono scesi in piazza a Madrid contro lo spopolamento rurale. Molti venivano da Zamora, la provincia che si è svuotata di più nel 2018. Anche qui, come a Cuenca, sono in gioco tre seggi.

Ana Morillos, portavoce della piattaforma Viriatos Zamora, è una dei cittadini che lottano per far sì che la loro terra non sia dimenticata. Per lei "I politici non hanno una soluzione per la Spagna abbandonata. Tutto ciò di cui si sta parlando in questo momento sono solo misure elettorali. In qualche modo sono stati i politici stessi a creare questa Spagna abbandonata. Qualcuno ha interesse ad avere uno 'spopolamento programmato'. Noi non vogliamo che il denaro destinato dall'Europa allo spopolamento sia usato ad altri fini, come la sperimentazione, i rifiuti, l'agricoltura e l'allevamento industriali 4.0".

Per l'analista politico Manuel Mostaza, originario della Sanabria, una regione vittima dello spopolamento, il fatto che la "Spagna vuota" si stia facendo strada nell'agenda politica è un buon segno: "L'emergere di Ciudadanos al centro, di Podemos a sinistra e ora di Vox a destra fa sì che i grandi partiti non abbiano più garanzie di mantenere i loro seggi, ad esempio, a Zamora. Il risultato è che finalmente si parla della Spagna vuota. Adesso vincere un seggio a Zamora ha un costo per qualunque partito, e questo fa sì che il tema si faccia strada nell'agenda politica. E credo che, per poterlo risolvere, un problema debba prima entrare nell'agenda politica".

La battaglia per il voto della "Spagna vuota" è appena cominciata. Ora è da vedere se l'interesse dei partiti sparirà dopo il 28 aprile o se al contrario il grido di disperazione degli abitanti servirà finalmente a qualcosa.

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