La frenata della crescita spaventa i ministri del G20

La frenata della crescita spaventa i ministri del G20
Di Giulia Avataneo

Appello al termine dell'incontro semestrale dei ministri dell'economia a Washington: "Serve una tregua commerciale". Ma tra Stati Uniti e Unione europea è corsa ai dazi

Una tregua nella guerra commerciale fra i singoli Paesi per fare fronte alla minaccia di un rallentamento dell'economia globale: è questo l'impegno con cui i ministri dell'economia del G20 e i governatori delle banche centrali si sono congedati dall'appuntamento semestrale primaverile a Washington il G20.

"La crescita continua, ma a un ritmo minore di quanto previsto a ottobre - ha detto il ministro dell'Economia giapponese Taro Aso - In più, l'equilibrio globale sembra pendere nella direzione del rischio. Il pericolo è che la prospettiva di crescita possa deteriorarsi".

Al congelamento dei mercati contribuisce lo stallo dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina, che infatti i 20 si augurano sia superato al più presto. A peggiorare le cose, la minaccia di 11 miliardi di dollari di dazi che Trump vuole imporre ai prodotti europei, a cui l'Unione si dice pronta a rispondere con tariffe per 20 miliardi sul made in Usa.

"La crescita nell'Unione europea ha di certo perso vigore rispetto a sei mesi fa, in confronto alla situazione che abbiamo affrontato nel nostro ultimo incontro semestrale - ha detto Poul Thomsen, direttore del dipartimento europeo al FMI - In parte potevamo aspettarcelo, considerato che le condizioni dell'economia non hanno rispettato le attese in gran parte dei singoli Paesi e il prolungarsi della ripresa. Ma questo improvviso rallentamento ci ha sorpresi".

La settimana si era aperta con la revisione al ribasso delle stime del Fondo Monetario Internazionale, che prevede una crescita mondiale del 3,3%, e per l'Italia di appena lo 0,1.

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