Matera 2019: storia e design "da toccare"

Matera 2019: storia e design "da toccare"
Di Marta Brambilla
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I due progetti pilastro della Capitale europea della Cultura sono I-Dea, un ciclo di mostre basate sugli archivi, e la Open Design School, dove vengono fabbricate le strutture di Matera 2019

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In città sta tornando la primavera ! in questi primi mesi dell’anno, dopo la grande inaugurazione di gennaio, Matera è entrata nel vivo del suo ruolo di Capitale europea della Cultura. Siamo tornati per analizzare i due progetti cardine attorno ai quali ruota tutta l’attività di Matera 2019.

Usciamo dal centro e ci spostiamo a Cava Paradiso, il parco scultura che ospita il primo evento legato a I-Dea, il primo dei progetti pilastro di Matera 2019. I-Dea esplora gli archivi e le collezioni della Basilicata da un punto di vista artistico. Un esperimento che tratta archivi e collezioni come esseri viventi.

Come ci spiega Joseph Grima, direttore artistico di Matera 2019, I-Dea fa da fondamenta a tutti gli altri progetti, perchè è quello che più di qualunque altro racconta la storia antropologica, sociologica e umana di questa regione. E quindi ha fatto da ispirazione a tutti gli altri progetti: "I-Dea - dice Grima - è un tentativo di esplorare in maniera trasversale gli archivi della regione Basilicata, scoprendo un racconto, a volte conosciuto ma molto spesso anche sconosciuto, di questa parte del mondo, che è effettivamente pieno di bellezze incredibili ma anche di misteri e di storie abbastanza sorprendenti".

Cinque artisti e designer sono stati chiamati a curare cinque mostre consecutive utilizzando gli archivi come punto di partenza. Il primo di loro è Mario Cresci, celebre fotografo italiano, che ci spiega: "Il senso di questa operazione è proprio questo: cercare, in maniera semplice, diretta, concreta, di porre le persone davanti a delle realtà palpabili, che si possono toccare, vedere, e che si possono relazionare tra di loro. Sono realtà di tipo culturale, geografico, ambientale, storico... In un contesto come questo ho imparato un sacco di cose", ammette Cresci.

L’allestimento di I-Dea è stato opera della Open Design School. Come riassume la manager sviluppo e relazioni Rossella Tarantino, "Matera 2019 ha due progetti pilastro, che sono l'Open Design School e I-Dea. L'Ods è un luogo di ricerca, di prototipazione e di fabbrica. È una sorta di fabbrica di Matera 2019.”

Uno degli eventi ospitati dall'Open Design School di Matera

All'Open Design School lavorano professionisti provenienti da tutta Europa. Si tratta di un laboratorio di sperimentazione interdisciplinare con il compito di progettare e realizzare le infrastrutture necessarie per l’attuazione del programma culturale di Matera 2019. L’obiettivo finale è sviluppare le competenze necessarie per produrre localmente gran parte della strategia di design, degli allestimenti, e delle competenze teconologiche richieste per la realizzazione degli eventi culturali previsti. Come spiega la project manajer Rita Orlando, "In generale un evento come questo richiede moltissime strutture - palchi, segnaletica, sistemi luce, arredo urbano, display di comunicazione... -  e anziché noleggiare queste strutture da fornitori esterni, che poi non lascerebbero nulla, si è pensato di attivare invece un processo virtuoso in cui le strutture vengono ideate e prodotte qui da noi, in loco".

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