Libia a un passo dalla guerra civile: al via controffensiva di Tripoli

Libia a un passo dalla guerra civile: al via controffensiva di Tripoli
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Di Antonio Michele Storto
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Mentre i due eserciti si colpiscono con raid aerei incrociati, a sostegno di Tripoli si mobilita lo stesso coordinamento che ha sconfitto lo Stato Islamico: 450 jeep militari dislocate su due fronti

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Mentre gli stati uniti ritirano il loro contingente Africom, una massiccia controffensiva è stata lanciata dal Governo di unità nazionale libico guidato da Fayez al-Serraj. Ribattezzata "Vulcano di rabbia", l'operazione avviene col supporto di Bunian al-Marsous, il raggruppamento di sigle armate già mobilitato contro lo Stato islamico. A Tripoli, una colonna di 350 mezzi è stata inviata dalle temibili milizie di Misurata, andando a sommarsi alle 100 jeep da guerra arrivate da Zintan. Nel frattempo, l'aviazione governativa ha lanciato raid aerei contro le forze del generale Haftar nella zona dell'aeroporto internazionale di Tripoli e sulle retrovie logistiche a Jufra, nel deserto del Fezzan.

REUTERS/Hani Amara
Milizie di Misurata avanzano a est di TripoliREUTERS/Hani Amara

Secondo molti analisti, l'operazione di Haftar - l'uomo forte della Cirenaica, che dopo la sanguinosa riconquista di Bengasi si è installato nel Fezzan alleandosi alle tribù locali - potrebbe trasformarsi un boomerang diplomatico. Sostenuta da Egitto, Emirati e sauditi, la sua azione sembra aver messo in imbarazzo gli alleati francesi, che il premier al-Serraj ha apertamente accusato di complicità.

Nel frattempo, l'Esercito nazionale libico di Haftar ha annunciato di aver raggiunto la periferia meridionale di Tripoli, una circostantza seccamente smentita dai comandi militari della capitale. Con il degenerare della situazione, sabato gli Stati Uniti hanno evacuato tutto il personale diplomatico dalla capitale, scortato via mare dai soldati Africom.

E mentre continuano a cadere nel vuoto gli appelli Onu per una ripresa del dialogo e una sospensione delle ostilità, scuole e uffici rimarranno chiusi per almeno 7 giorni nella capitale, dove le scorte alimentari cominciano a scarseggiare nei supermercati. Il paese ora pare davvero sull'orlo di una nuova guerra civile che potrebbe non finire molto presto.

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