In Venezuela non c'è più energia

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Di Alberto De Filippis
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30 giorni di razionamento annunciati da Maduro

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Nicolas Maduro annuncia 30 giorni di razionamento energetico. e continua ad accusare l'opposizione di boicottaggio con l'aiuto di ingerenze esterne, soprattutto degli Stati Uniti. In realtà prove di queste ingerenze per ora non ne sono state fornite, mentre la Russia ha invece inviato uomini a Caracas e nessuno sa quale sia davvero lo scopo di queste persone.

Numerosi reportage di media internazionali hanno inoltre mostrato lo stato delle infrastrutture nel paese. Uno degli elementi più assurdi è che l'approvvigionamento energetico di un paese che galleggia sul petrolio debba dipendendere in larga parte da una diga, quella del Guri, poco lontano dalla capitale.

Vista la situazione però Maduro non ha potuto fare a meno di annunciare il razionamento.

Paramilitari in azione

Il chavismo ha cercato per mesi di ignorare la crisi, ma l'ipersvalutazione e gli ormai ripetuti blackout hanno totalmente bloccato il paese. Molte persone hanno smesso di recarsi al lavoro quando il costo del biglietto dei mezzi pubblici era ormai superiore a quel poco che riuscivano a guadagnare come salario,

Alla gente non è rimasto altro che scendere in strada a protestare con pentole e padelle

Dice una donna: "Non abbiamo nulla", dice questa donna, "è già un mese non abbiamo cibo, non possiamo conservare niente"

Un uomo aggiunge: "È un paese in rovina. La gente non ha medicine, non ha nulla".

Malgrado il chavismo abbia inabilitato per 15 anni il leader dell'opposizione Juan Guaidó, riconosciuto come legittimo presidente del paese da decine di nazioni, attacchi l'opposizione, accusandola di terrorismo e fiancheggiamento a potenze straniere però, la narrazione di Maduro è quella di cercare un dialogo. Una narrazione a cui però, in Venezuela non crede più nessuno.

Alcuni chavisti accusati di crimini di tortura
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