Dove può arrivare il Fenomeno-Alaphilippe? Classiche o anche Grandi Giri?

Dove può arrivare il Fenomeno-Alaphilippe? Classiche o anche Grandi Giri?
Diritti d'autore REUTERS/Stephane Mahe
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Di Cristiano Tassinari
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Julian Alaphilippe può vincere un giorno il Tour de France? La risposta sembra scontata: no. Ma con le sue caratteristiche fisiche e tecniche - e il successo nel recente passato di qualche breve corsa a tappe - forse è meglio utilizzare il diplomatico "Mai dire mai".

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Adesso che si è concesso il meritato riposo nella sua casa di Andorra, per un po' non sentiremo il nome di Julian Alaphilippe al primo posto dell'ordine d'arrivo di una qualche corsa di inizio stagione (la MIlano-Sanremo, tanto per citarne una). Ma siamo certi che questo 2019 sarà l'anno della completa consacrazione di questo corridore francese di 27 anni, di cui ancora non si conoscono i veri limiti.

Alaphilippe, uomo-copertina 2019

Il suo 2019, finora, è stato sensazionale. 7 vittorie già ottenute tra Argentina, Colombia e Italia (due tappe alla Tirreno-Adriatico, le "Strade Bianche" e la Classicissima di Primavera) fanno di Julian Alaphilippe l'uomo-copertina di questa stagione, orgoglio e pregiudizio di un ciclismo francese che - se non vince il Tour de France - sembra non esistere (ultimo successo: Bernard Hinault nel 1985). E invece...

Invece esiste, eccome.
E Alaphilippe è atteso alle classiche della seconda metà di aprile, tra Olanda e Ardenne: l'Amstel Gold Race, la Freccia Vallone e la Liegi-Bastogne-Liegi, corse che sembrano tra le sue corde (e adatte alle sue gambe). Un uomo da classiche, per arrivi in solitaria o, addirittura, allo sprint, come è successo a Sanremo.

Ma può essere anche un corridore da corse a tappe?

Le sue caratteristiche fisiche e tecniche non lo escludono, in salita se la cava abbastanza bene (lo dimostra la maglia a pois portata al Tour), qualche successo non casuale in brevi corse a tappe (Giro della California 2016, Giro della Slovacchia 2018, Giro della Gran Bretagna 2018) potrebbero far pensare che, un giorno - nemmeno troppo lontano - potrebbe davvero tentare l'assalto alla Maglia Gialla. Magari sacrificando le classiche, per entrare nella Storia.

Non quest'anno, magari il prossimo o forse più avanti ancora, se la generazione dei Froome-Nibali-Thomas e compagnia bella smette di cannibalizzare l'Albo d'Oro e se, nel frattempo, non arrivano giovani leve, come il colombiano Egan Bernal, vincitore quest'anno della Parigi-Nizza, a rompere le uova nel paniere.

REUTERS/Philippe Wojazer
Le maglie del Tour 2018: Latour, Thomas, Alaphilippe, Sagan.REUTERS/Philippe Wojazer

Come Argentin, meglio di Argentin?

Personalmente, noi che lo abbiamo visto dal vivo, il campione a cui possiamo paragonare Alaphilippe è Moreno Argentin, non a caso "Signore delle Ardenne" (4 Liegi-Bastogne-Liegi e 3 Freccia Vallone, ma anche un Lombardia e un Fiandre) e con caratteristiche da uomo di classiche, soprattutto agile (e meno potente) di altri, come il francese.

Se guardate il palmares di Argentin - peraltro campione del mondo a Colorado Springs 1986, (argento a Villach '87 e bronzo al Montello '85) - non troverete, però, traccia di un Grande Giro. Ci è andato vicino, ma nemmeno troppo (al Giro d'Italia: 3° nel 1984, 6° nel 1993). Peccato per lui.
Riuscirà Alaphilippe a fare meglio e a sfatare il tabù francese del Tour de France?
Noi ci crediamo.
Ma la strada è ancora lunga.

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