L'arcivescovo cattolico e altri dirigenti della diocesi alla sbarra: hanno o no coperto le aggressioni sessuali di padre Preynat?
È attesa nella giornata di giovedi a Lione la sentenza sul caso Barbarin, dal nome dell'arcivescovo cattolico a giudizio col sospetto di aver coperto padre Preynat, un prete accusato di aggressioni sessuali ai danni di molti giovanissimi scout.
Trent'anni dopo i fatti, avvenuti tra il 1986 e il 1999, il tribunale deve stabilire se si sia trattato di una sistematica attività di copertura dalle implicazioni penali, o piuttosto di una clamorosa sottovalutazione della gravità dei fatti rilevante solo in ambito morale. La vicenda era stata archiviata nel 2016, sollevando delusione e dubbi tra le vittime.
Delle mancate denunce, oltre all'arcivescovo, ne rispondono diversi responsabili, laici e religiosi, della diocesi, che rischiano condanne fino a tre anni di carcere e ammende fino a 45.000 euro. Due religiosi, giudicati in precedenza per gli stessi fatti, si sono visti comminare condanne penali.