Abusi nella Chiesa, parlano le vittime

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Di Giulia Avataneo
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Abusi nella Chiesa, parlano le vittime

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Alla vigilia del vertice globale sulla protezione dei minori nella Chiesa, voluto da Papa Francesco e in programma da giovedì a domenica in Vaticano, dodici vittime di abusi hanno incontrato per due ore il comitato organizzatore.

Tra loro c'era Phil Saviano, tra i fondatori dell'associazione BishopsAccountability.org: "Penso che l'incontro sia stato molto produttivo  - è stato il suo commento - e che i quattro organizzatori siano stati abbastanza ricettivi alle nostre parole. Per quanto mi riguarda, ho presentato una lettera all'arcivescovo Scicluna in cui ho spiegato come la Chiesa può essere davvero trasparente. Mi ha fatto piacere l'attenzione che ha riservato alle mie richieste".

Tolleranza zero

Le vittime chiedono alla Chiesa di prendere provvedimenti verso chi ha abusato e chi ha coperto questi crimini.

"Sono stato abusato e violentato a dodici anni - racconta Tim Lennon, presidente di SNAP (Survivors Network of those Abused by Priests, associazione delle vittime di abuso da parte di preti) - Il vescovo era a conoscenza degli abusi commessi dal prete, che anzi era stato scoperto ad aver molestato altri tre bambini, prima di essere trasferito nella mia parrocchia. Insomma, se il vescovo avesse fatto il suo dovere le violenze che ho subito si sarebbero potute evitare".

Le vittime: "Non ce ne andiamo"

Obiettivo del summit è di rendere la Chiesa una casa sicura per i bambini e gli adolescenti.

"Da piccola amavo la Chiesa finché, a sette anni, sono stata violentata dal prete della mia parrocchia. Da quel momento mi sono sentita lacerata. La bambina che ero è rimasta lì, su quel pavimento. Sono stata la prima vittima, nel '47 e lo hanno lasciato continuare per decenni a fare lo stesso con altri bambini. Questo è inaccettabile, vogliamo che se ne parli e che non succeda più".

Alcune vittime, che avrebbero voluto incontrare papa Francesco, si sono dette deluse e hanno annunciato che non lasceranno la capitale fino alla fine dell'incontro, sperando si essere ricevuti dal pontefice.

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