"Non cederò alle intimidazioni". Così Juan Guaido, leader dell'opposizione autoproclamatosi presidente del Venezuela. Tornano in piazza anche i sostenitori di Maduro.
"Non cederò alle intimidazioni". Così Juan Guaidò, leader dell'opposizione autoproclamatosi presidente del Venezuela, ai giornalisti che lo aspettavano davanti alla sua residenza di Caracas. Tenendo in braccio la figlia di 20 mesi, con la moglie al fianco, Guaidò ha raccontato dell'irruzione in casa da parte delle forze speciali di polizia, che chiedevano informazioni sulla sua famiglia.
"L'obiettivo è molto evidente - ha dichiarato - ma non l'hanno ottenuto. Non faranno crollare la famiglia venezuelana".
La polizia nega il blitz
Il comandante della polizia Pérez Ampueda ha negato la versione di Guaidò. "Questo è totalmente falso", il suo commento su Twitter, mentre i sostenitori del presidente in carica, Nicolás Maduro, sono tornati a manifestare nelle strade della capitale.
Con il sostegno del Parlamento europeo, Guaidò ha presentato il suo piano per il rilancio del Paese, che vive una grave emergenza umanitaria. Tra gli interventi più urgenti, la necessità di reperire generi di prima necessità come cibo e medicinali, frenare l'inflazione, rilanciare l'industria petrolifera e ripristinare i servizi pubblici.
Mano tesa dagli Stati Uniti
Washington ha offerto in prestito al Venezuela 20 milioni di dollari di cibo e medicine, ma il presidente in carica Nicolás Maduro, che attribuisce le carenze alle sanzioni americane, ritiene che accettare aiuti umanitari equivarrebbe ad aprire la porta all'intervento militare.
Ancora sconosciuto all'opinione pubblica un mese fa, Juan Guaidò, divenuto presidente del parlamento dominato dall'opposizione, si è proclamato presidente ad interim il 23 gennaio sulla base di un vuoto di potere. Dall'inizio delle mobilitazioni, il 21 gennaio, sono state uccise quaranta persone; oltre 850 gli arresti secondo l'ONU.