Olanda, tre mesi di messa h24 per proteggere una famiglia di migranti

Olanda, tre mesi di messa h24 per proteggere una famiglia di migranti
Di Rachael Kennedy
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Duemila ore di preghiera ininterrotta, quasi tre mesi di messa, per proteggere una famiglia di richiedenti asilo. La storia arriva dai Paesi Bassi. La maratona religiosa si è resa necessaria perché la polizia non può interrompere una funzione in chiesa.

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Una messa della durata di 96 giorni, 24 ore su 24, ha evitato la deportazione dai Paesi Bassi ad una famiglia di rifugiati. È successo a L'Aia: la maratona religiosa della chiesa di Bethel è terminata questa settimana quando è arrivata la notizia che la famiglia Tamrazyan, composta da rifugiati politici armeni, potrebbe ricevere asilo e che le autorità olandesi non procederanno con la loro espulsione.

Le oltre 2mila ore di funzione, iniziate lo scorso 26 ottobre, si sono rese necessarie in quanto, secondo la legge olandese, le forze di polizia non possono entrare in chiesa durante una messa interrompendola.

Il pastore Axel Wicke aveva promesso di pregare "24 ore su 24, giorno e notte", mentre il dossier della richiesta di asilo della famiglia rimaneva aperto. Altri preti volontari hanno preso il testimone per far sì che la messa non venisse mai interrotta.

Dopo la grazia ottenuta mercoledì scorso, il governo olandese ha comunicato che centinaia di altre richieste di asilo saranno passate al vaglio: alla maggior parte di esse sarà concessa la residenza grazie al decreto detto kinderpardon.

"Siamo estremamente grati perché centinaia di famiglie rifugiatesi nei Paesi Bassi potranno avere ora un futuro assicurato", ha detto Theo Hettema, presidente del Consiglio della Chiesa Protestante dell'Aia, a Euronews.

"Per mesi abbiamo tenuto alta questa speranza e ora sta prendendo forma. Siamo rimasti profondamente impressionati da tutti coloro che hanno partecipato a questa iniziativa in chiesa".

La famiglia Tamrazyan,  Sasun, Anousche e i tre figli, ha anche rilasciato una breve dichiarazione su Twitter, ringraziando tutti coloro che hanno contribuito.

"Siamo andati avanti insieme: volontari, parroci, fedeli", dice il tweet.

Anche il pastore Wicke ha twittato per segnare la fine della lunga funzione e la ripresa delle attività di routine della parrocchia. "Dopo più di tre mesi, la porta d'ingresso della chiesa di Bethel è aperta!

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