Jahangiri: "L'UE non deve più essere succube degli USA"

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Intervista al Primo Vicepresidente iraniano Eshaq Jahangiri: accordo sul nucleare, progressi e stalli, Siria, USA, e rivoluzione iraniana

Per l'Iran è periodo molto complicato. L'uscita degli Stati Uniti dall'accordo sul nucleare e la crisi economica sono i punti princiali che il Paese ha dovuto affrontare negli ultimi mesi. Nonostante la decisione di Donal Trump, i paesi europei hanno ribadito il loro impegno a proseguire con l’accordo. E Teheran ha promesso che continuerà ad adempiere ai propri obblighi. Si ci chiede tuttavia se l'Europa manterrà gli impegni presi o se ci aspetta un'altra crisi nella regione. Ne parliamo con Eshaq Jahangiri, il Primo Vicepresidente iraniano**.**

Iran: il sostegno dell’Europa per l’accordo nucleare non è sufficiente

Javad Montazeri, euronews: Vicepresidente Jahangiri benvenuto a Global Conversation. La prima domanda è questa: a che punto è l’accordo sul nucleare iraniano? Sembra che il popolo si sia stancato di sentire sempre le stesse cose. Cosa risponde a chi critica il Piano e come difende questo accordo?

Primo Vicepresidente iraniano Jahangiri: "L’accordo sul nucleare iraniano è stato una delle misure più importanti prese dalla Repubblica Islamica dell'Iran. E’ stato concluso per mettere fine alle diatribe e alle pressioni imposte al Paese e al popolo iraniano. Sia durante il corso delle trattative che dopo la firma, abbiamo sempre cercato di condividere onestamente la questione con la nostra gente. Sfortunatamente, sono state imposte dagli Stati Uniti sanzioni più pesanti dopo la decisione di Washington di ritirarsi unilateralmente dall'accordo. Con le nuove sanzioni, gli Stati Uniti hanno fatto di tutto, tra cui chiedere o imporre ad altri paesi di non siglare più contratti con l’Iran. La nostra risposta è stata quella di adottare alcune misure in divese settori. Abbiamo dichiarato che fino a quando altri firmatari dell’accordo manterranno i loro impegni, e in particolare, finché l'Unione europea adotterà misure concrete in tal senso, noi saremo sempre interessati a mantenere gli impegni presi e continueremo a sostenere tale intesa."

L'Ue vara il piano per salvare l'accordo sul nucleare. Ma non basta

euronews: Parliamo di tre paesi dell’UE: Germania, Francia e anche nel Regno Unito. Cosa hanno fatto loro in difesa dell’accordo?

Primo Vicepresidente iraniano Jahangiri: "I tre paesi, da lei citati, fanno parte di quegli stati che hanno accettato di proseguire con gli impegni e gli obblighi previsti dall'accordo se l'Iran avesse mantenuto le promesse fatte nell'accordo. Sia loro che la Russia e la Cina, come altre cinque parti interessate, dovrebbero rispettare tutti i loro impegni. Finora, l'UE in generale, e in particolare Germania, Francia e Regno Unito, hanno lavorato bene dal punto di vista politico, adottando posizioni diplomatiche, quindi siamo soddisfatti. Tuttavia, in termini pratici, aspettiamo di vedere quali misure concrete prenderanno questi tre paesi in modo da poter usare questo accordo a favore degli interessi della nostra gente e della nostra economia. Penso che dopo la seconda guerra mondiale, l'Europa stia affrontando un test cruciale. Può prendere decisioni indipendenti dal governo degli Stati Uniti, specialmente ora che c’è un'amministrazione come quella di Trump? E’ in grado di difendere i propri interessi e gli impegni internazionali? Al momento non abbiamo visto alcuna risposta efficace da parte dall'UE."

euronews: Crede che Bruxelles abbia la forza di volontà necessaria per opporsi a Donald Trump?

Primo Vicepresidente iraniano Jahangiri: "Abbiamo pensato che l'UE avesse la capacità di farlo. Teoricamente possiamo dire che finora hanno agito bene. Tuttavia, al momento della sua attuazione, la struttura finanziaria dell'UE e, in particolare, il sistema bancario hanno invece dimostrato che questa Unione europea non è in grado di presentarsi come un parte indipendente e un'entità potente che possa perseverare e adempiere a tutti gli impegni presi. Tuttavia restiamo sempre fiduciosi sul fatto che l’UE mantenga la parola presa sull'accordo."

euronews: Qual è la linea rossa?

Primo Vicepresidente iraniano Jahangiri: "Quando si tratta di prendere decisioni internazionali, prendiamo in considerazione tutti i nostri interessi nazionali. Quando i benefici superano i costi, allora prendiamo le nostre decisioni. Sebbene siamo stati ampiamente delusi dall'efficacia dell'UE sull'adozione di misure concrete, c'è ancora speranza che possa fare qualcosa in modo da poter vedere concretamente i frutti dell’accordo. In Iran, il governo ha subìto forti pressioni da parte di coloro che hanno sempre creduto che l'UE non avrebbe rispettato i propri impegni e che non ci si poteva fidare di loro. Di fatto, questa pressione è aumentata dopo il mancato rispetto degli impegni proprio da parte dell’Europa stessa. Tuttavia, riteniamo che l’accordo sul nucleare dovrebbe rimanere in vigore fino a quando gli interessi degli iraniani ci impongono di farlo."

Un futuro incerto?

euronews: Il governo iraniano ha la possibilità di prendere altre misure in cambio delle promesse dell'UE? intendo impegni al di fuori dell'ambito dell’accordo.

Primo Vicepresidente iraniano Jahangiri: "No, non intraprenderemo alcun impegno al di fuori dell'ambito dell’accordo sul nucleare. Questo è il nostro punto cruciale ora. All’interno di questo patto, tutte le parti coinvolte che hanno negoziato e firmato, devono mantenere le loro promesse."

euronews: A maggio si terranno le elezioni europee, ed è possibile che la Mogherini e il suo team lascino il loro posto dopo le elezioni. Potrebbero essere sostituiti da persone della sinistra nel Parlamento europeo. Come si immagina saranno i rapporti tra Teheran e Bruxelles con l’uscita di scena della Mogherini?

Primo Vicepresidente iraniano Jahangiri: "I governi vanno e vengono. Anche gli impegni assunti da figure come la Mogherini che è ben integrata all'interno dell’UE, non sono mai impegni individuali. Questo è l'impegno di un'entità chiamata Unione europea, Germania, Francia e Regno Unito. Chi è in carica e detiene il potere non è il principale fattore determinante. Ci aspettiamo che Bruxelles porti a termine tutti i suoi impegni presi nell’ambito dell’accordo sul nucleare, indipendentemente da eventuali cambiamenti che potrebbero verificarsi."

Anche dopo 40 anni, la rivoluzione iraniana non trova pace

euronews: La questione dell'apertura di una sede europea a Teheran è ancora ferma. Quali sono le ultime notizie?

Primo Vicepresidente iraniano Jahangiri: "Il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell'Iran sta seguendo la questione. Spero che il Ministero e l'UE possano arrivare a una qualche forma di accordo il prima possibile."

euronews: Recentemente in Francia è nato il movimento dei “Gilet gialli”. Sono sicuro che avete sentito parlare delle proteste di questo movimento. C’è qualche somiglianza tra le richieste dei Gilet gialli e gli eventi di cui siamo stati testimoni recentemente nella comunità sindacale iraniana a Teheran?

Primo Vicepresidente iraniano Jahangiri: "Non c’è alcun punto in comune tra le due questioni. La rivoluzione iraniana ha trionfato 40 anni fa e ora stiamo per celebrare il suo anniversario. L'obiettivo più importante di questa rivoluzione fu quello di dare una risposta ai bisogni di una società in crisi, proteggere e contribuire allo sviluppo delle regioni povere del paese e portare libertà e giustizia come chiedeva la gente. Durante gli ultimi 40 anni, abbiamo assistito a manifestazioni e raduni pacifici nelle principali città iraniane, a partire da Teheran. Gli slogan erano gli stessi della rivoluzione così come le richieste della gente, ma siamo ben lontani da ciò che sta accadendo ora in Francia e in altri paesi europei. Queste sono richieste sindacali. Chi è contro la Repubblica islamica dell'Iran, e i detrattori di questo governo all’interno del paese, hanno tentato di travisare queste richieste. Certamente i lavoratori potrebbe avere anche richieste politiche. Tuttavia, non si possono interpretare queste richieste come una protesta pubblica che è quella che ha innescato il movimento dei Gilet gialli francesi."

Relazioni sempre forti tra Siria e Iran

euronews: Come valuta gli ultimi sviluppi in Siria e il ritiro delle truppe statunitensi? Sembra che l'Iran avrà un ruolo meno significativo nel futuro del Paese. Non é d'accordo sul fatto che Russia e Turchia stiano cercando di smorzare il ruolo dell'Iran in Siria...

Primo Vicepresidente iraniano Jahangiri: "L'unico paese con posizioni coerenti e stabili sul problema della Siria è sempre stata la Repubblica islamica dell'Iran. Alcuni paesi, anche quelli che noi consideriamo paesi amici e che sono attualmente impegnati con noi in negoziati, hanno insistito nel voler rovesciare il governo siriano e il presidente Assad. Sembra invece che il governo di Assad insieme al popolo siriano e all'esercito siano riusciti ad uscirne vittoriosi nella loro lotta contro i gruppi e gli estremisti che avevano piani per rovesciare l’esecutivo e prendere il controllo del paese. La presenza statunitense in Siria è sempre stata illegale. Il governo siriano non ha mai voluto gli Stati Uniti, nemmeno per combattere l'Isis. È chiaro che l’Autoproclamato Stato Islamico e altri gruppi terroristici, che operano in Iraq e in Siria, hanno preso vita attraverso l’appoggio americano, di alcuni paesi occidentali, oltre all’appoggio di gruppi locali e del regime sionista. Dopo che il governo siriano e i suoi sostenitori hanno superato la crisi, la presenza nel paese era inutile e quindi sono andati via. Credo che il ritiro statunitense significhi che gli americani si sono resi conto che la loro presenza in Siria è stata costosa e che non è servita ai loro interessi. Non è la stessa cosa invece riguardo alla limitata presenza dell'Iran in Siria. Noi continueremo ad aiutare il governo siriano finché avrà bisogno del nostro aiuto."

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