Gilet gialli, atto VIII: ancora violenze. Pugile professionista contro agenti

Gilet gialli, atto VIII: ancora violenze. Pugile professionista contro agenti
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Di Cinzia Rizzi
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Fanno discutere i video che ritraggono un uomo - identificato poi come un pugile professionista - scagliarsi contro le forze dell'ordine

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Anche l'ottavo atto delle manifestazioni in Francia dei gilet gialli ha visto la violenza scendere in campo. Secondo quanto dichiarato dal ministro degli Interni, Christophe Castaner, erano circa 50.000 manifestanti in tutto il Paese, molti meno, certo, dei 280.000 del primo sabato di proteste. Ma comunque diverse migliaia in più, rispetto allo scorso fine settimana, quando in molti hanno deciso di prendersi una pausa per le feste di fine anno.

Il caso del pugile professionista

Sta facendo discutere, e non poco, il video (che vedete qui sopra), nel quale un uomo prende a calci e pugni un agente a Parigi.

Il soggetto è stato identificato grazie a queste immagini. Si tratta di un pugile professionista di 37 anni, Christophe Dettinger, detto "il gitano di Massy", campione di Francia nella categoria pesi massimi leggeri nel 2007.

In un altro video (qui sotto - immagini di Line Press), lo vediamo sulla sinistra scagliarsi contro un gendarme. Il pugile dovrà rispondere delle sue azioni davanti alla giustizia.

L'assalto con la ruspa al ministero

Momenti di alta tensione sono stati registrati nel pomeriggio in rue Grenelle, a Parigi, quando un gruppo di una quindicina di gilet gialli ha sfondato con una ruspa il portone del ministero dei rapporti con il parlamento, ufficio del portavoce del governo, Benjamin Griveaux, evacuato in tutta sicurezza insieme ai suoi collaboratori.

Disordini anche in altre città francesi

Scontri e violenze non si sono limitati però, ancora una volta, alla capitale. Tensioni si sono registrate in diverse città transalpine: da Lione a Montpellier, passando per Bordeaux e Marsiglia. Anche a Saint-Nazaire, nel dipartimento della Loira Atlantica, il passaggio dei gilets jaunes ha lasciato il segno.

"Sono per la democrazia, bisogna dire quando non si è d'accordo", spiega una residente. "Ma incendiare, bloccare, lanciare pietre, picchiare agenti di polizia è stupido".

"Le persone vogliono lavorare. Quando iniziano uno stage sono motivate, gli si fa credere che verranno poi assunte, ma questo non succederà mai", giustifica un manifestante.

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