I primi ad essere abbattuti saranno due capannoni, ma nei prossimi giorni toccherà anche alle case, incluse quelle - in molti casi ancora intatte - di quanti si erano inizialmente opposti
E' partita il 20 dicembre la demolizione dei primi edifici sotto il moncone ovest di Ponte Morandi a Genova. Ad essere abbattutti per primi saranno due capannoni di proprietà della municipalizzata per i rifiuti, ma a breve seguiranno le abitazioni, anche quelle rimaste agibili: nei giorni scorsi i proprietari - inclusi quanti si erano inizialmenten opposti - hanno dovuto firmare il rogito, dal momento che l'alternativa sarebbe stata subire un esproprio, pagando poi una penale da detrarre sul rimborso stimato dal Comune.
Il tutto per rispettare una tabella di marcia che mira aultimare il ponte entro la fine del 2019, con la riapertura al traffico che al momento i piû ottimisti ipotizzano avverrà nella primavera successiva. La ricostruzione - per la quale sono già stanziati 202 milioni - è stata affidata a una cordata composta da Impregilo, Fincantieri e Italfer: a supervisionare i lavori sarà Renzo Piano, che nei giorni scorsi, presentando il progetto del nuovo viadotto ha ribadito come tutto il suo lavoro avverrà a titolo gratuito.
Ma alle polemiche sull'esproprio ora rischiano di aggiungersi anche quelle relative alla demolizione: se non avverrà con le dovute precauzione, **secondo l'Osservatorio nazionale sull'amianto potrebbe scatenare un'epidemia di tumori per via dellla nube tossica che verrà sprigionata sulla zona. **